PATRIMONI CULTURALI
La Giudaica - Processo a Gesù
Venerdì Santo
REGIONE CALABRIA - PROVINCIA DI COSENZA
COMUNE DI LAINO BORGO
"La rappresentazione, esempio di teatro popolare itinerante, si svolge il Venerdì Santo ogni due anni. Essa, della durata di circa sei ore, ripropone per le vie e le piazze di Laino Borgo il Processo a Gesù con la partecipazione di oltre 100 persone del luogo in costume d'epoca. Secondo la tradizione orale sarebbe sorta nel '600; la prima rappresentazione documentata risale al 1832. Le peculiarità sono due : il testo, dal linguaggio aulico e ricercato, del Morone colto prelato del '700 e la centralità del dramma imperniato più sul processo a Gesù che sul dolore di Maria e sulla crocifissione."
Con il Patrocinio della Città di Laino Borgo (CS)
Cantè j'euv
Settimana prima di Pasqua
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI ASTI
CITTA' DI CANELLI
"Cantè j'ouev: antica tradizione Pasquale. Veniva organizzata nella settimana immediatamente prima della Santa Pasqua. Promossa dalle congregazioni locali e poi riproposta dall'Associazione Pro Loco Borgo Antico di Villanuova di Canelli. Venivano portate in dono le uova dipinte a mano nelle case del centro storico, con l'accompagnamento di strumenti musicali e con canti della tradizione popolare piemontese e monferrina. Nelle soste oltre al canto e alla musica, si mangiavano frittate di erbe locali e 'friciule' con farina di grano duro."
Con il Patrocinio della Città di Canelli (AT)
Festa di San Giuseppe
18 e 19 marzo
REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO
COMUNE DI CIVITACAMPOMARANO
Il 19 marzo si ripropone a Civitacampomarano la tradizionale festa di S. Giuseppe. La festa cade in prossimità dell’equinozio di primavera, il 21 marzo, importante cambio stagionale in grado di scacciare il freddo e buio inverno. E’ d’uso a Civitacampomarano accendere un falò la sera che precede la festa di S. Giuseppe. Questi fuochi vengono accesi nei vari quartieri del Borgo la sera del 18 marzo. I falò avrebbero un collegamento con antichi riti di purificazione in cui, in questo passaggio stagionale si bruciava il “vecchio” e quindi si tratta di un rito di propiziazione per un futuro roseo. Il giorno della festa c’è la tradizione delle "Tavole di San Giuseppe", in cui si consumano 13 pietanze a base di legumi, frutta, pesce, pasta con la mollica.
Approfondimenti suIle festività: Dott. Manuele - Sindaco di Civitacampomarano, +339 0874 748103, paolomanuele@gmail.com
Con il Patrocinio del Comune di Civitacampomarano (CB)
Festa di S. Giuseppe: processione della legna e falò
18 e 19 marzo
REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI TARANTO
COMUNE DI SAN MARZANO DI SAN GIUSEPPE
A San Marzano di San Giuseppe , comune albanofono in provincia di Taranto, la festa patronale è vissuta come un appuntamento corale dedicato a S. Giuseppe, culto risalente già al XVII secolo e portato dalla madrepatria dai profughi albanesi, di rito greco-ortodosso, che qui si stabilirono nella prima metà del 1500. La devozione penitenziale si esprime in modo collettivo con la processione delle legna la quale si conclude con un grande falò ( “ zjarri e mate”) di proporzioni imponenti, e l’esposizione delle “ mattre”.
L’ origine di questo rito è da rintracciare in un evento accaduto agli inizi dell’ 800 quando, a causa delle temperature molto rigide e dell’ eccessiva miseria, quell’ anno gli abitanti del paese decisero di rinunciare ai piccoli falò che abitualmente venivano offerti a S. Giuseppe nei vicoli. Ma durante la notte della vigilia si scatenò sul paese un violento nubifragio che venne interpretato come un atto punitivo del Santo. I saggi del paese decisero allora di offrire a S. Giuseppe un unico grande falò da accendere sul largo Monte ( “ laerte Mali” ), così grande che fu visibile dai paesi limitrofi. Nel 1866 venne deliberato che al nome del paese fosse aggiunto il suffisso “San Giuseppe “, a riprova della profonda devozione.
Il giorno della vigilia, gli abitanti, vanno in processione ognuno con il proprio carico ( un enorme tronco sulla testa o sulle spalle o le fascine di “stroma” o di “ saramienti”), i carrettieri ( “ li travinieri”) con i grandi protagonisti della processione: i cavalli addobbati per l’ occasione e con il loro traino carico di fascine e sormontato da un’ effige del Patrono. Al termine della Messa serale il parroco, dopo la benedizione della legna ( fatta ai quattro lati della catasta, secondo i punti cardinali), accende il fuoco.
La tradizione delle “ tavolate “ trae origine dell’ usanza di bandire banchetti da offrire ai poveri ed ai forestieri nel giorno della festa , in memoria dell’ ospitalità ricevuta dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Con spirito devozionale e rituale vengono preparate , in ricordo dell’ Ultima Cena, tredici pietanze, dalle quali è esclusa la carne, trovandosi la festa nel periodo quaresimale.
La mattina del 19 marzo, prima della processione del Santo portato in spalla dai devoti, vengono allestite lungo la via principale , le “ mattre” : tavolieri di legno contenente piatti tipici della tradizione culinaria locale poi benedetti e distribuiti ai poveri ed ai forestieri.
Informazioni e approfondimenti: Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA), dott.ssa Marisa Margherita - sportello linguistico 099 9577711
Con il patrocinio del Comune di San Marzano di San Giuseppe (TA)
Lu Carneval et la Val Ges e l'Orso di Segale
Mattino dell’ultima domenica di Carnevale
REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI CUNEO
COMUNE DI VALDIERI
L’ Ecomuseo della Segale, il Comune di Valdieri e la comunità locale ripresentano l’antica e originale maschera dell’Orso di segale. Con le mani e il volto scuri di nerofumo, l’Orso esce allo scoperto controllato a fatica da un domatore e da due aiutanti. La compagnia carnevalesca è completata da un gruppo di frati chiassosi e da un prete che declama a gran voce le Epistule, scherzose prese in giro rivolte agli abitanti dei paesi e delle frazioni dei dintorni e delle valli vicine. L’Orso, intanto, si aggira per le strade del paese –cercando cibo e facendo scherzi e mattane. Contemporaneamanete avviene la “gnoccolata”, tradizionale distribuzione di gnocchi di patate a cura della Pro loco. I valdieresi portano con sé le pentole da riempire e tornano a casa per mangiare; i forestieri, invece, consumano gli gnocchi sul posto Al termine della questua, dopo una lunga lotta con il domatore e un giro di ballo con la bella Quaresima, l’orso scappa, facendo perdere le proprie tracce. Intanto un pupazzo di segale inizia a bruciare, trasformandosi in un gran falò.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Valdieri 0171 97109 - ref. Sindaco dott. Emanuel Parracone - segreteria sindaco Dott.ssa Romano Antonietta - valdieri@ruparpiemonte.it
Con il patrocinio del Comune di Valdieri (CN)
A te Pumba mè
Ultimo giorno di febbraio
REGIONE ABRUZZO - PROVINCIA DELL'AQUILA
COMUNE DI ALFEDENA
Antica rievocazione di origine pagana dedicata alla Divinità italica Pomona protettrice degli alberi da frutto e della loro cura. Il nome della Dea deriva da "pomum", mela.
Ad Alfedena il culto per questa divinità è attestato da una lapide rinvenuta sul monte Caricio nei pressi del centro montano. Il rito per la Dea si rinnova ogni anno con gruppi di giovani che percorrono le vie del paese rumoreggiando con campanacci e corni per scacciare l'inverno ed invocare la primavera e ovviamente l'abbondanza ripetendo in maniera ossessiva " A te Pumba mè ecco Marz mo se nè vè, è venuto e Febbraio se nè iut.." La preparazione del rito consiste in un carro addobbato con drappi verdi e ghirlande di fiori e frutta trainato un tempo da animali oggi con mezzi meccanici moderni.
Informazioni e approfondimenti: Comune di Alfedena, Crispi Leondina, Ufficiale di Stato Civile e Anagrafe 0864 87114 anagrafe@comune.alfedena.aq.it
Con il patrocinio del Comune di Alfedena (AQ)