L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale).
Astronomicamente l’equinozio di primavera è il momento in cui il sole si trova al di sopra dell’equatore celeste.
Le antiche tradizioni ci offrono infatti tutta una serie di miti legati alla primavera, che hanno al loro centro l'idea di un sacrificio a cui succede una rinascita e ci mostrano l'unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo terrestre (il risveglio della Natura).
Nei tempi antichi venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, che peraltro è rimasta ancora oggi nel folklore europeo, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. Con la diffusione ed il radicamento della cristianità, le feste pagane vennero via via sostituite da giornate di festa dedicate ai santi patroni locali o alle figure religiose che più raccoglievano la devozione dei fedeli.
A Civitacampomarano, in Molise, nella provincia di Campobasso, è d’uso accendere un falò la sera che precede la festa di S. Giuseppe. Questi fuochi vengono accesi nei vari quartieri del Borgo la sera del 18 marzo. Anche in questo caso i falò avrebbero un collegamento con antichi riti di purificazione mediante i quali, in questo passaggio stagionale, si bruciava il “vecchio” come atto propiziatorio per i raccolti futuri.
Il 19 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono presso le case, le “Tavole di S. Giuseppe” sul quale vengono poste paste, legumi, verdure, pesce, baccalà, dolci, frutta, vino.
L’assenza della carne nelle tavole di San Giuseppe si spiega con la sua collocazione all’interno del periodo quaresimale ed i protagonisti della festa sono S. Giuseppe, la Madonna ed il Bambino: la Sacra Famiglia. Sono poi invitati a mensa familiari e amici, tre persone rappresentano la Santa Famiglia . Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere
In passato era d’uso inoltre, per chi intendeva fare voto, bussare ad ogni porta del paese e chiedere qualcosa da donare al povero in nome di San Giuseppe.