Nel presente studio Ernest Gellner, professore di Filosofia presso la London School of Economics and Political Science, analizza il fenomeno del nazionalismo, una delle forze più potenti del mondo moderno, eppure anche una delle meno studiate e parzialmente capite.
La sua affermazione è spesso spiegata come un risorgere di istinti atavici e primitivi o come un’illusione alimentata da teorici, politici o propagandisti. Secondo l’autore invece le radici del fenomeno affondano nell’organizzazione della società industriale. Una società cha ha come suoi obiettivi la ricchezza e la crescita economica dipende infatti dall’innovazione, dalla mobilità occupazionale, dai mass media e dall’alfabetizzazione universale. Tutto questo trasforma i rapporti tra Stato e cultura e il principio di “uno Stato, una cultura” diventa dominante. Questa analisi spiega quindi la forza delle tendenze nazionalistiche nell’età moderna a fronte di una loro relativa debolezza nelle società del passato.