OP
FESTIVAL DELL’ORALITÀ POPOLARE
IX Edizione
#tiriamosulitalia
4 e 5 ottobre - Piazza Carlo Alberto
TORINO
LA PIAZZA DI OP14
IL PROGRAMMA 2014
DURANTE TUTTO IL FESTIVAL
Corpo e Religiosità in Italia – Mostra fotografica
(La visione di alcune immagini sarà vietata ai minori di 18 anni per tutelarne la sensibilità)
Una mostra itinerante, con alcune fotografie condivise provenienti dall'Archivio Partecipato. Un percorso nell'Italia dei riti e delle feste, nella devozione e in quei patrimoni immateriali che sembrano non occupare le prime pagine dei giornali, almeno fino a quando non assumono un valore commerciale, di cronaca o tutt’al più turistico, senza riuscire ad essere letto per quello che caratterizza il nostro paese, ovvero l'ossatura sociale, culturale, religiosa e politica sulla quale si basa il nostro presente e a quanto pare anche il nostro futuro.
Il Cibo di Strada delle Ape Bistrot Cars
Assaggi e specialità del territorio, per due giorni nella piazza di OP ad accompagnare le attività.
Il Fondo Tullio De Mauro in piazza
I libri di uno dei più importanti linguisti del nostro Paese per la prima volta disponibili a tutti. Solo per i giorni del Festival dell’Oralità il Fondo Tullio De Mauro sarà in Piazza per essere liberamente consultato. La sezioni scelte sono:
Detti e Proverbi
Raccolte di fiabe, leggende, credenze e pratiche magiche o religiose, selezioni di filastrocche, canti, indovinelli, modi di dire, tutti rigorosamente in dialetto, relative alle Regioni italiane e ai vari gruppi di minoranza linguistica presenti nel nostro territorio nazionale.
Canti Popolari
Trovano spazio le più significative espressioni della cultura orale italiana: ballate, canti lirici e satirici, serenate, ninne-nanne, canti religiosi, balli strumentali, manifestazioni musicali legate a eventi rituali come il Maggio e il Carnevale o al ciclo delle festività stagionali.
Poesia Dialettale
Le opere dei più noti poeti dialettali dell’Ottocento e del Novecento: i laziali Giuseppe Gioacchino Belli, Trilussa, Mario Dell’Arco e Mauro Marè; i romagnoli Tonino Guerra, Nevio Spadoni e Tolmino Baldassari; i friulani Pier Paolo Pasolini, Biagio Marin e Leonardo Zanier; i lombardi Delio Tessa e Franco Loi; il ticinese Fernando Grignola; i veneti Giacomo Noventa, Cesare Ruffato e Romano Pascutto; il ligure Edoardo Firpo; i piemontesi Nino Costa e Ignazio Isler; il valdostano Marco Gal; i siciliani Ignazio Buttitta e Giuseppe Battaglia; il campano Eduardo De Filippo; gli abruzzesi Cesare De Titta, Ottaviano Giannangeli e Luigi Dommarco; il lucano Albino Pierro; l’umbro Furio Miselli; il molisano Giuseppe Jovine, ecc.
Novecento, migrazioni e mafia
Fonti documentarie e studi critici sul nostro recente passato: il Novecento sociale, politico ed economico. La presenza di pubblicazioni sulla storia e sulla società italiana fa del Fondo un prezioso custode della nostra memoria collettiva e un valido testimone e promotore dei valori di cittadinanza e democrazia. Tra le opere di carattere storico-politico numerose sono quelle riguardanti l’antifascismo e la Resistenza italiana, la storia della Seconda Guerra Mondiale e la memorialistica di guerra, il movimento operaio e quello sindacale, l’emigrazione dei primi decenni del XX secolo, la questione femminile, le problematiche connesse alle recenti ondate migratorie e il processo dell’integrazione, il fenomeno della criminalità organizzata (mafia, ‘ndrangheta, camorra), la sopravvivenza delle minoranze etnico-linguistiche in Italia, ecc.
SABATO 4 OTTOBRE
IL FUTURO È UNA STORIA NASCOSTA - Diario di viaggio della Rete Italiana di Cultura Popolare
Ore 11.00, Ballo a Palchetto
Quali storie, riti e tradizioni ha raccolto la Rete quest'anno? Quali volti, persone e parole? Un viaggio che è stata passeggiata lieve, escursione pericolosa, esplorazione, vagabondaggio, a tratti pellegrinaggio: tra incontri reali e scambi virtuali, tra memorie personali e progetti di integrazione, raccontato insieme alle comunità e alle persone che lo hanno tracciato insieme a noi.
Narrazione di Antonio Damasco
Intervengono: Maurizio Braccialarghe – Assessore alla Cultura - Città di Torino e Presidente – Rete Italiana di Cultura Popolare, Fondazione CRT, On. Bruno Molea Commissione Cultura della Camera dei Deputati e Presidente AICS – Associazione Italiana Cultura e Sport
Laboratorio di organetto, a cura di Daniele Catino
Ore 14.30, Ballo a Palchetto
Al momento conoscitivo dello strumento, seguirà lo sviluppo di brani di media difficoltà e analisi delle tarantelle del Sud Italia nelle diverse forme.
NB: Per partecipare al corso bisogna essere muniti di organetto.
Laboratorio di danze zingare, a cura di Florin Barbosu
Ore 15.30, Ballo a Palchetto
Florin è stato un ballerino professionista in Romania e la sua famiglia, che aprirà la serata di festa di sabato, è una famiglia rom tutta composta da generazioni di musicisti e danzatori. La Famiglia oggi è accolta, grazie al progetto “LA CITTÀ POSSIBILE - Iniziative a favore della popolazione ROM” all’interno di Villa Speranza, gestita dalla Congregazione dei Padri Somaschi.
Seminario AICS - Il calendario rituale: tra riti del fuoco, maschere e poesia a braccio
Ore 15.30, Punto Musica e Incontri
Un viaggio tra i riti italiani, da nord a sud, con l’obbiettivo di cogliere la funzione delle ritualità all’interno delle comunità, per leggerne formule e norme che legano tra loro gli abitanti di quel rito, nel quotidiano legame tra individuo e collettività.
Intervengono: Michele Fratino – Comune di Jelsi (CB), Maria Antonietta Di Gaspare – Comune di Borbona (RI)
Il Vestito Bianco. Spettacolo teatrale con burattini, a cura di Flavia D’Aiello
Ore 16.30, Punto Musica e Incontri
“Ho sempre ascoltato mia nonna parlare, raccontare le vicende della sua famiglia, come una lunga interminabile storia.” Attraverso i ricordi, di odori e parole, ecco una storia….
Laboratorio di danze - Pizzica Pizzica e Tammuriata, a cura di Antonio Giuliano
Ore 17.00, Punto Musica e Incontri
Danze popolari che hanno il loro epicentro nel sud, dalla Campania alla Puglia. Oggi sono oggetto di una vera è propria valorizzazione insieme al loro patrimonio turistico-culturale.
Buona Maestra Tradizione - LA CITTÀ CHE VORREI: dalle social street alle biblioteche condominiali, fino agli empori solidali
Ore 16.30, Ballo a Palchetto
Da diverso tempo ci occupiamo di indagare progetti che descrivono un mondo diverso, azioni Da diverso tempo ci occupiamo di indagare progetti che descrivono un mondo diverso, azioni possibili dove singole persone possono fare davvero la differenza. La "politica" di cui ogni cittadino può divenire promotore presso la propria Città, quartiere e condominio.
Conduce: Antonio Damasco – Direttore – Rete Italiana di Cultura Popolare
Intervengono: Salvatore Colazzo – Preside della Facoltà di Scienze della Formazione - Università del Salento, Leandro Foglietta - Cittadini attivi di Fano, Federico Bastiani - Social Street Via Fondazza – Bologna, Roberto Chiapella - Biblioteca Condominiale Via Rembrandt 12 – Milano, Laura Lugli - Portobello, Emporio Sociale – Modena, Maurizio Braccialarghe – Assessore Città di Torino, Gian Luca Vignale - Consigliere Regione Piemonte
Quel che la televisione non dice - Migrazioni da una sponda all'altra del Mediterraneo
Ore 18.00, Ballo a Palchetto
In un momento in cui si parla quotidianamente e in maniera confusa di migrazione, vogliamo cercare di leggere questo fenomeno con chi se ne sta davvero occupando: quali sono i motivi che originano le diverse migrazioni di questi anni? Quali viaggi e pericoli? Una volta giunti in Italia che cosa accade e soprattutto …qual è il ruolo che hanno le comunità nei processi di accoglienza e integrazione?
Con la testimonianza di Domenico Quirico – giornalista de La Stampa
Conduce: Ilda Curti – Assessore alle Politiche per l’ Integrazione - Città di Torino
Intervengono: Ada Manfreda - Ricercatrice Universitaria, Michele Fratino – Comune di Jelsi (CB), gli ospiti del Progetto di Accoglienza di Richiedenti Asilo / Protezione Internazionale dell'APS Cambalache
Indovina chi viene a cena?
Ore 19.30, Centro Piazza
Torna in occasione della IX Edizione del Festival dell’Oralità Popolare un momento conviviale unico, particolare e ormai consolidato. Il progetto si sviluppa tramite una serie di cene organizzate durante tutto l’anno, all’interno delle abitazioni private delle famiglie migranti coinvolte.
Durante i giorni del Festival dell’Oralità Popolare tutti i partecipanti si trovano in piazza per incontrarsi tra loro e conoscere chi vuole prendere parte alla cena, così da raccontare il progetto e le sue ricadute, consumando un pasto insieme.
Per il 2014 il menù viaggerà tra l'Argentina, la Cina, il Perù, l'Etiopia, la Romania e l'Egitto.
Ecco quale sarà il nostro viaggio tra i saperi e tra i sapori: l’ injera etiope con spezzatino di carne e verdure, ravioli cinesi, empanadas argentine di carne e di verdure, l’Ocopa peruviana (una saporita insalata di patate con salsa speziata) e il goulash egiziano, una ricca torta salata ripiena di carne, infine la cozonak rumena, un dolce tipico fatto con noci, cacao e semi di papavero.
Il tutto accompagnato dalla chicha peruviana, una bevanda analcolica derivata dalla fermentazione del mais e la zmeurata rumena, un liquore tradizionale di lamponi.
Intervengono gli organizzatori del progetto nelle altre città: Mentin PO – Prato, Raffaella Buccolini – Grosseto, Alice Silvestri - Associazione veronetta129/NET GENERATION – Verona, Mara Alacqua – APS Cambalache – Alessandria, Anna Coromina – Qadar Produccions Culturals – Terrassa, Barcellona Associazione Interculturale Karmadonne APS – Carmagnola (TO)
LE PRENOTAZIONI SONO AL COMPLETO. E' APERTA LA LISTA DI ATTESA. SE VUOI PRENOTARE I TUOI POSTI IN LISTA D'ATTESA, VIENI IN PIAZZA CARLO ALBERTO AL "PUNTO BIRRA".
Donazione minima a persona: € 13.00 - Prenotazione e prevendita obbligatoria fino ad esaurimento posti. E’ necessario comunicare eventuali abitudini alimentari particolari, al momento della prenotazione.
In caso di pioggia la cena avrà luogo presso il porticato del Museo del Risorgimento, in Piazza Carlo Alberto
LA FESTA
Ore 22.00, Punto Musica e Incontri
Ricche sonorità di feste d'altri tempi, recuperate e reinventate dalle giovani generazioni, incontrano la musica contemporanea dell'hip hop e il free style. Con l’ apertura a cura di una famiglia Rom, i cui componenti sono musicisti da generazioni.
Intervengono: la Famiglia Barbosu (Le Colombe Dorate), i Kapela Na Krzywych Dzwiekach (The Crooked Note Band) e i Piwnica Spiewu Tradycyjnego (Cantina di Canto Tradizionale), Kento, i Melannurca
Con il Sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte
DOMENICA 5 OTTOBRE
Calvino, il Cantacronache e il canto popolare
Ore 11.00, Punto Musica e Incontri
Il gruppo dei Cantacronache nacque nel 1958 a Torino, con l’intento dichiarato di opporsi e contestare la canzone dominante in quegli anni, che era,emblematicamente rappresentata dal Festival di San Remo, che essi definivano “gastronomica”, vale a dire di consumo, e che era dominata da forme letterarie e musicali estremamente povere ed elementari, del tutto evasive rispetto alla società del tempo. Il loro entroterra era la canzone francese di Brassens, di Brel, di Montand e l’esperienza musicale tedesca di Brecht, Weill, Eisler, a cui dichiaratemente si ispirarono.
L’idea partì da Sergio Liberovici e Michele L. Straniero, a cui si unirono Fausto Amodei, Giorgio De Maria ed Emilio Jona, che costituì il gruppo originario, ad essi si aggiunsero Italo Calvino e Franco Fortini. Fu il primo organico progetto di letterati e musicisti colti di intervenire nel campo della canzonetta, proponendo testi e musiche di contenuto politico e sociale, ed ebbe sicuramente un’importanza sulle fortune dei Cantautori, e un influenza sulla nascita di una nuova canzone.
I Cantacronache crearono una loro rivista, ebbero una loro casa discografica, e poiché non avevano ingresso alla radio e alla televisione pubblica, per i contenuti critici delle loro canzoni, andarono in giro loro stessi a cantarle, in Circoli, Case del Popolo, meetings popolari della sinistra, e così facendo incontrarono il vecchio canto popolare sociale e politico della fine dell’800 e del primo 900, prima che il fascismo spazzasse via questa ricca cultura popolare, canto del tutto ignorato dalla cultura folklorica dominante del tempo. Alcuni di essi, in ispecie Jona, Liberovici e Straniero divennero degli studiosi di quei canti ed insieme, soprattutto, a Leydi, Bosio, Coggiola, Bermani, furono gli iniziatori di uno studio sistematico di quella forma di canto popolare.
Introduce: Gian Luigi Bravo – Docente di Antropologia Culturale all’Università degli Studi di Torino
Conduce: Valter Giuliano – giornalista fondatore della Rete e presidente dal 2004 al 2009
Intervengono: Emilio Jona - scrittore, poeta, drammaturgo e studioso di cultura popolare, Fausto Amodei - cantautore
Le danze tradizionali polacche, a cura di Kapela Na Krzywych Dzwiekach
Ore 12.00, Ballo a Palchetto
Un percorso tra le danze tradizionali, dalla polka, all’ oberek, al wiwat e tra le canzoni polacche “wyrywasy": testi improvvisati su brevi melodie.
Gare di ballo e musica dalla Polonia, a cura di Piwnica Spiewu Tradycyjnego
Ore 12.45, Ballo a Palchetto
Musica tradizionale ad accompagnare giochi e piccole gare di danza.
STESI DALLE TESI - Il patrimonio invisibile delle ricerche universitarie, a cura di Associazione Terre Vivaci
Ore 14.00, Punto Musica e Incontri
Gli studi universitari scendono in piazza con le loro tesi di laurea ad interesse demoetnoantropologico, intese come originale prodotto culturale. Ci raccontano che la cultura è tale quando viene divulgata e condivisa. Il progetto, nato a Roma ad opera dell'Associazione Terre Vivaci, in collaborazione con le Biblioteche Civiche, arriva ad OP per essere condiviso con il pubblico e agli enti che lavorano in Rete.
Conduce: Adriana Migliucci, Associazione Terre Vivaci
Interviene: Gian Luigi Bravo – Docente di Antropologia Culturale all’Università degli Studi di Torino
Laboratorio di scherma del bastone siciliano metodo Triolo, a cura di Asd Centro Arti Marziali GA
Ore 14.00, Ballo a Palchetto
“La mia passione per le arti marziali era forte al punto che mi allenavo anche nei periodi estivi, quando andavo in vacanza. Fu cosi che mia nonna mi vide un giorno armeggiare con una spada di legno e mi disse - Sai che quando ero piccola io gli uomini si ritrovavano di nascosto e si sfidavano nei combattimenti con i bastoni?". Piero La Torre, studioso di arti marziali, inizia così la sua ricerca di riscoperta di questa antica arte. Il bastone siciliano è parte della storia, della cultura e del folklore della Sicilia. E’ una pratica che risale almeno al 1200, nata per via della posizione dell’isola che l’ha resa teatro di costanti invasioni. La diffusione di questa tecnica deriva infatti dalla necessità di doversi difendere: il bastone era uno strumento facilmente reperibile e alla portata di tutti. Si tratta di un patrimonio che si è sempre tramandato per via orale, da praticante a praticante.
Laboratorio di Danze del Basso Piemonte, a cura del gruppo di musica e danza Canalensis Brando
Ore 15.00, Punto Musica e Incontri
I balli a cerchio di Roero e Monferrato: il "brando" o "sbrando" delle feste di leva proposte in tre varianti locali. Una musica che sprigiona ottimismo e voglia di muoversi, recuperata dal repertorio dei bandini al seguito dei coscritti del secolo scorso.
L’ ISTINTO DELLA FESTA – La relazione ritmica che lega l’umanità
Presentazione del libro “Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità” di Paolo Apolito
Ore 15.00, Ballo a Palchetto
“Gli esseri umani sono animali festivi e l’impulso festivo sta ovunque, nei calendari festivi … e fuori di essi, per le occasioni più svariate, indipendentemente dalle condizioni esistenziali, non importa se serene o caotiche, pacifiche o belliche, sicure o catastrofiche, indipendentemente dalle differenze culturali, sociali, economiche. Laddove vi sono esseri umani che si possano sentire uniti, prima o poi all’orizzonte spunta un impulso a un festeggiamento o qualcosa che gli assomiglia...”
Conduce: Salvatore Colazzo – Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università del Salento
Interviene: Paolo Apolito docente di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tre e autore del libro omonimo edito da “Il Mulino”
Cattiva Maestra Tradizione - TRA MAFIA E RITI: Quando anche la madonna si inchina al boss
Ore 16.00, Punto Musica e Incontri
A Sant'Onofrio viene annullata la processione dell'Affruntata. La decisione è stata presa dalla cittadinanza in segno di protesta contro il Comitato per l'ordine e la sicurezza, che aveva stabilito che le statue fossero portate da volontari della Protezione civile "per evitare infiltrati della 'ndrangheta". In Campania, in occasione dalla Festa dei Gigli di Barra, si acclamano rumorosamente i capi della Camorra locale. A Oppido Mamertina la processione della Madonna delle Grazie si è fermata davanti all'abitazione del boss della 'ndrangheta Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute. Ma se volessimo fare un salto indietro nel tempo di appena quattro anni, ci ritroveremmo a leggere su diverse testate nazionali parole simili a proposito del rito dei penitenti di Guardia Sanframondi. Questa volta l'allarme viene gettato sulle infiltrazioni camorristiche che si nasconderebbero addirittura tra i penitenti incappucciati.
La 'ndrangheta, la camorra o il senso d'illegalità diffusa, non sono una nostra tradizione nel senso più stretto del termine, ma occupano pagine e pagine dei nostri libri, strade, consigli comunali, vite, comportamenti quotidiani e appalti pubblici. Antonio Gramsci scriveva: “Si può dire che finora il folclore sia stato studiato prevalentemente come elemento pittoresco. Occorrerebbe studiarlo invece come concezione del mondo e della vita".
Conduce: Paolo Apolito - Docente di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tre
Intervengono: Giuseppe Cipriani – Sindaco di Corleone dal 1993 al 2001, Giuseppe Baldessarro – giornalista, Liborio Grizzaffi – Progetto INTUS, Maria Elena Bagarella – Associazione il Germoglio, Marco Mietto - Rete ITER
Con l’intervento registrato del Maestro Roberto De Simone, regista teatrale, compositore e musicologo italiano.
I Giochi della Tradizione. Incontro/laboratorio
Ore 16.00, Ballo a Palchetto
Il Cisu, la Cirimela, il topolino fatto con il fazzoletto, il carro armato fatto con il rocchetto del filo per cucire e altri. Giochi che venivano realizzati con ingegno, utilizzando i materiali che si avevano a disposizione.
Intervengono: Ferdinando Busca e Pier Franco Causone – Testimoni della Cultura Popolare ®
Laboratorio - Pupazzi di carta con materiali semplici, a cura di Flavia D’Aiello
Ore 17.00, Ballo a Palchetto
Un laboratorio di costruzione di pupazzi da tavolo: con semplici materiali, come la carta da giornale e lo scotch, creeremo personaggi da animare.
Dal Fondo Tullio De Mauro: 1000 lingue per la Divina Commedia. Lettura in alcune parlate italiane (dialetti)
Ore 18.00, Punto Musica e Incontri
l più noto dei capolavori letterari è stato riscritto in tutti i dialetti italiani e diverse edizioni in lingua sono presenti nel fondo di linguistica e dialettologia che il Professor Tullio De Mauro ha donato alla Rete.
Se si cerca di traghettare il volgare di Dante sulle sponde limacciose del dialetto, si deve di certo essere dell' avviso che la parlata locale d' arrivo non sia inferiore rispetto alla lingua di partenza e con la stessa certezza questi documenti ci raccontano la grandissima varietà dell’identità italiana.
Tullio De Mauro ha scelto, per questo speciale incontro del Festival, il VI canto del Purgatorio, per la sua straordinaria e inquietante contemporaneità, sintetizzata nella celeberrima terzina “… Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! …”
Anche i Piemontesi migrano – il Canto del Coro Bajolese
Ore 21.00, Punto Musica e Incontri
Furono oltre due milioni i piemontesi che emigrarono tra il 1870 e il 1970, e sono attualmente oltre sei i milioni di piemontesi che vivono all’estero[1].
L’Argentina vanta il maggior numero di piemontesi, seguono Brasile e Stati Uniti In Europa oltre mezzo milione risiede in Francia. Seguono la Spagna, Inghilterra e Germania.
Analizzando le statistiche a nostra disposizione scopriamo che Torino ha vissuto una massiccia crescita demografica negli anni ‘60 anche grazie al forte esodo dalle altre province del Piemonte, che portò allo spopolamento di intere frazioni delle montagne cuneesi, o al sensibile calo demografico dei paesi collinari del Monferrato, delle Langhe e del Roero. Se percorressimo in lungo ed in largo il Piemonte ed intervistassimo le persone nate nel primo quarto del Ventesimo secolo, tutte ci racconterebbero un pezzo della storia dell’emigrazione.
Introduce: Valter Giuliano – giornalista fondatore della Rete e presidente dal 2004 al 2009
Interviene: Amerigo Vigliermo e una rappresentanza del Coro Bajolese – Testimoni della Cultura Popolare®
Il Viaggio di Giuseppantonio. Ambrogio Sparagna in concerto
Ore 21.30, Punto Musica e Incontri
Il filo conduttore è il mitico viaggio di emigrazione e di musica di strada, realizzato da Giuseppantonio e dai suoi compagni musici, partiti nei primi del '900 a piedi, dal Golfo di Gaeta fino alla mitica Marsiglia. Sparagna conduce il pubblico e lo fa "camminare con la musica", tra serenate e ballate, ninne nanne e tarantelle d'amore, ritmi frenetici e saltarelli.
Con: Ambrogio Sparagna (organetti, voce), Erasmo Treglia (ghironda, ciaramella, violino), Valentina Ferraiuolo (tamburelli)
Per partecipare ai laboratori non sono necessarie prenotazioni
Il programma potrebbe subire variazioni, soprattutto in caso di pioggia, vi preghiamo di verificarlo sul sito o presso i nostri recapiti telefonici
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[1] I dati sono dell’Osservatorio Regionale, raccolti in occasione della prima Conferenza dei Piemontesi nel Mondo tenutasi al Lingotto di Torino nel novembre 1999.