Poema in trentasei canti in cui si narra la storia di una coppia di anziani di quasi ottant’anni che hanno sempre vissuto a Petrella Guidi e non hanno mai visto il mare, del quale hanno soltanto un’idea fantastica costruita sulla base dei racconti di una pescivendola, la coppia quindi decide di intraprendere un viaggio. Tonino Guerra ricostruisce le tappe di questo viaggio, con riferimenti geografici precisi e dalla narrazione emerge una nuova prospettiva nel guardare le cose e soprattutto nello svelare il potenziale fantastico che ognuna di esse racchiude dentro di se. Oltre alla scoperta di un nuovo mondo riemergono i ricordi di vita passata della coppia a seguito del ritrovamento di odori, profumi, colori e oggetti nel corso della loro avventura.
Il testo fa parte della collana “I serpenti acrobati” curata da Roberto Roversi, il poema è scritto in dialetto santarcangiolese con traduzione in italiano a fronte. Inoltre all’interno del testo sono inserite delle fotografie che ritraggono alcune delle tappe di viaggio della coppia.