Coro Bajolese

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Coro Bajolese Foto Darwin Lega

Testimone della Cultura Popolare nel 2005 ®

 

Diretto da Amerigo Vigliermo, è sorto nel 1966 a Bajo Dora, nel Canavese, e da allora si dedica alla ricerca e raccolta della tradizione orale di quest’area geografica e storica a nord di Torino. Il coro è stato fondatore nel 1975 del Centro Etnologico Canavesano ed oggi, grazie ad una lunga e sistematica ricerca sul campo, ha in repertorio innumerevoli canti appresi direttamente dalla gente: migliaia di testimonianze con il principale obiettivo di far prendere coscienza alla propria comunità dell’identità culturale che la contraddistingue, valore assolutamente unico e importante. Sempre nel profondo rispetto della tradizione è rilevante anche l’attività di divulgazione tramite pubblicazioni e partecipazioni radiotelevisive, oltre alle molte serate in cui il Coro ricrea una bella atmosfera di festa. 

Il Coro Bajolese è stato premiato come Testimone della Cultura Popolare ® 2005 per la Provincia di Torino. 

 

"Il canto popolare è il canto della Vita, il suono ora lieto ora triste
che fluisce in continua, eterna, spontanea evoluzione;
il pensiero espresso cantando che non ubbidisce alle leggi del mercato,
ma è legato ai valori e ai sentimenti in cui la Gente crede.
E finché ci sarà Gente, ci sarà il Canto."

L’anima riconosciuta del Coro Bajolese è lui: viso schietto, occhi aperti e vispi che appena li vedi immagini vi sia dentro l’interrogativo della curiosità. In mezzo un naso importante puntato dritto, proprio come i suoi occhi, verso l’interlocutore. Così la prima istantanea visiva, che già ti rivela molto di lui. Ma se poi, oltre al suo sguardo, ti apre anche la voce, senti vibrare corde vocali capaci di modulare tonalità dal basso al soprano, in una estensione che ha dell’incredibile. Come non pensare che uno così fosse predestinato alla canzone?

Amerigo Vigliermo, classe 1935, da Bajo Dora, comunità che si incontra là dove la provincia di Torino abbraccia la Valle d’Aosta, ha scelto quella popolare, del suo Canavese: da archeologo, a esploratore, a innovatore. È poeta e filosofo, navigatore dei mari spesso impossibili della memoria, scialuppa di salvataggio per naufraghi della cultura lasciati in balìa delle onde dalle navi della cultura ufficiale, ma non rassegnati a perire.

Amerigo è nome che suona già come missione, simbolica vocazione all’esplorare; evoca desiderio di andare con curiosità verso confini che non tutti sanno immaginare. Amerigo ha esplorato spazi e confini fatti di territorio e di sue suggestioni; ha incontrato personaggi che la storia difficilmente farà affiorare, al di fuori delle loro comunità, ma che potrebbero benissimo occupare il campo da altri occupato, spesso solo perché abili ad affermare la loro vanità. Ma non è la fiamma che tiene acceso il fuoco, è ogni piccolo pezzo di brace che alimenta la scintilla.

In questo “testimone della tradizione popolare”, arde da sempre la fiamma della riconoscenza; anzi va cercata proprio là la scintilla che ha mosso, insieme alla sua curiosità, la meritoria intrapresa per la ricerca e la salvaguardia delle canzoni popolari del suo Canavese. Impresa non facile, al limite del temerario.

Tratto da Valter Giuliano, "Canti, Pupi e Tarante, Incontri con i testimoni della cultura popolare", pubblicazione del progetto editoriale della Rete Italiana di Cultura Popolare.

 

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