Il Carnevale di Lajetto

Carnevale

 

REGIONE PIEMONTE -  PROVINCIA DI TORINO

COMUNE DI CONDOVE

Il Carnevale di Lajetto, borgata del Comune di Condove, è di antichissima  derivazione, così come arcaici sono i personaggi animaleschi e non,  presenti anche in molti carnevali diffusi lungo tutto l’arco alpino.

Le "Barbuire", vale a dire i personaggi mascherati, si dividono in 2 gruppi: i belli (il Monsù e la Tòta, i due Arlecchini, il Dottore ed il Soldato) e i brutti (il Pajasso e le coppie di Vecchi e Vecchie).
Protagonista è il Pajasso, così chiamato perché imbottito di paglia, ma rivestito anche di pelli animali , che porta con sé un bastone alla cui sommità è legato un gallo (finto).   Il corteo delle Barbuire si snoda per i vicoli  al suono delle musiche eseguite dalla banda musicale sino ad arrivare ad un grande prato  . Il Dottore corre in coccorso delle “Barbuire” quando queste stremate, si gettano a terra fingendosi morte, somministrando loro vino o grappa.  Al momento culminante della rappresentazione, il Pajasso taglia la testa al gallo,  uccide se stesso, decretando la morte del carnevale, la fine dell’inverno  e l’arrivo della primavera, e riproponendo un rituale di fecondità e prosperità per il nuovo anno.Il Dottore corre in soccorso delle Barbuire quando queste, stremate, si gettano a terra fingendosi morte; accompagnato dal Soldato, il Dottore somministra loro la "medicina": vino o grappa!
Si giunge quindi al momento culminante della rappresentazione: il Pajasso, tagliando la testa al gallo - che nel frattempo è stato appeso ad un pero in mezzo al grande prato - ammazza se stesso, decretando la morte del Carnevale, la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, in un rituale di fecondità e prosperità per il nuovo anno musicale, si snoda per le strette viuzze della borgata.

Foto di Giorgia Allais

Per informazioni: Comune di Condove,  sindaco Emanuela Sarti  011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it

Le 'nzammarùchele

Carnevale

 

REGIONE PUGLIA -  PROVINCIA DI FOGGIA

COMUNE DI BICCARI

"I canti sull'altalena di Biccari, detti 'nzammaruchele,sono canti di corteggiamento eseguiti durante il carnevale.

L'altalena era formata da un pezzo di legno (à léun) che fungeva da sedile, collocato su una corda spessa (zoca) che veniva legata all'interno della casa, ad uno degli anelli presenti sul soffitto, o all'architrave sull'uscio della porta d'ingresso. In quest'ultimo caso l'altalena nel dondolare fuoriusciva e rientrava dall'abitazione.

Generalmente i partecipanti al gioco erano due donne,raramente due uomini e ancor più di rado un uomo ed una donna. Essi sedevano spalla a spalla e si davano la spinta col piede sinistro, intonando a turno il medesimo verso che la seconda voce riprendeva con piccole variazioni melismatiche. Nelle case in cui si cantava vi si riunivano amici e parenti, e spesso i padroni di casa invitavano di proposito chi aveva una bella voce e conosceva bene i canti. Cantare gli 'nzammaruchèle costituiva quasi una specializzazione, anche se i cantanti non venivano retribuiti ma si accontentavano dell'ospitalità. Quando ci si riuniva per cantare venivano organizzate vere e proprie feste, si mangiava, si beveva,e a volte ballava. Le nostre anziane ricordano che gli 'nzammaruchèle si cantavano soltanto nel periodo di Carnevale. Questi canti sopravvivono ancora oggi perchè riadattati in contesti diversi da quelli originali,diventando così parte integrante della tradizione canora delle festività. "

 Con il Patrocinio del Comune di Biccari (FG)

Fòra l’ours

31 gennaio

 

REGIONE PIEMONTE -  PROVINCIA DI TORINO

COMUNE DI CONDOVE

Fòra l’ours (Fuori l’orso) . Questa tradizione,  la cui origine si perde nel tempo e coincide  con il periodo della Candelora,   è presente nelle aree montane non solo italiane ma anche di molti Paesi europei e  simboleggia la cacciata dell’orso dalla tana ed il conseguente risveglio primaverile della natura.  Frequentemente  il soggetto che impersona l’orso , la cui identità dovrebbe restare sconosciuta, è un importante esponente della comunità locale, mentre nel passato questo incarico veniva addirittura ereditato a livello familiare. A Condove rivive a fine gennaio, dove gli abitanti  si radunano  per  catturare l’orso  e domarlo.

Per informazioni: Comune di Condove,  sindaco Emanuela Sarti  011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it

L'Uomo Orso

Carnevale

 

REGIONE MOLISE - PROVINCIA DI CAMPOBASSO

COMUNE DI JELSI

Ogni comunità ritrova se stessa nei propri riti, credenze e usi, un modo di vivere portato avanti affinché il domani sia sicuro e degno come lo è stato il passato (il sostrato culturale) cioè il vissuto già sperimentato e scritto nel grande "testo" dell'umanità, fatto di conoscenza e coscienza civile. Fra i riti di propiziazione di fertilità invernali, nel periodo di passaggio tra due stagioni, che si  svolgono in Molise con correlazioni storico-antropologiche

l'Uomo-Orso o "U' Ball dell'Urz", il Ballo dell'Orso, lo ritroviamo a Jelsi, in provincia di Campobasso.
Tenuto a catena da un domatore e un aiutante che gli impongono di danzare sotto la minaccia di percosse con un bastone, tra accenni di ribellione e passi di danza, fra i vicoli del borgo si espandono le note di improvvisati musicisti. Di tanto in tanto, il gruppo bussa alle porte delle case e al comando: "Orso a posto! Orso olè! Balla orso!" la famiglia ospitante offre da bere e da mangiare.

La manifestazione, interrotta con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, è stata rimessa in piedi a Carnevale del 2008 dal regista Pierluigi Giorgio che già nel 1993 "rispolverò" quella del Cervo a Castelnuovo

L'immagine che si evince non è altro che la paura del diverso o di quella parte di sé libera e selvaggia occultata e rimossa dall'individuo o dalla comunità per buona pace di tutti e  di un dio pagano piegato dalla religione cristiana o di Dioniso che "ucciso" si fa seme e frumento.

Per approfondimenti e informazioni: info@comune.jelsi.cb.it 

Con il Patrocinio del Comune di Jelsi (CB)

La Fòcara di S. Antonio Abate

7 dicembre - 18 gennaio

 

REGIONE PUGLIA - PROVINCIA DI LECCE

COMUNE DI NOVOLI

"La Fòcara è una monumentale costruzione ispirata alle tecniche di allestimento delle gregne di grano sulle aie per la trebbiatura. Di altezza e diametro superiore ai venti metri, è composta da almeno ottantamila fascine di tralci di vite da potatura e sapientemente accatastate, fino a costituire l’enorme pira sul grande piazzale della periferia urbana con in cima un'effigie del Santo Patrono. La forma, può variare negli anni: da una sorta di torta a più strati o ad un cono con galleria alla base che viene attraversata dal simulacro del Santo in processione. La costruzione è ultimata con la bardatura del 16 gennaio e la sera avviene l'accensione con fuochi piromusicali."

Approfondimenti sulla Fòcara di Novoli: www.fondazionefocara.com

Con il Patrocinio del Comune di Novoli (LE)

Foto Antonio Zaccaria

Fòra l’ours

Prima domenica di febbraio

 

REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO

COMUNE DI MOMPANTERO

La prima domenica di febbraio, da tempi remoti, ad Urbiano, frazione di Mompantero, in provincia di Torino, si svolge “Fòra l’ours” (fuori l’orso).  La tradizione vuole che un orso  sia catturato dai cacciatori, legato e portato in catene sulla piazza del paese. Lungo il tragitto l’orso urla, si dimena, mentre i cacciatori gli offrono del vino in un grande imbuto. Sulla piazza ballerà con la ragazza più bella del paese e, come per incanto, diventerà mansueto. L’orso è ovviamente un uomo, la cui identità deve restare segreta, vestito con pelli di capra, cucite con filo di ferro.  La  simbologia dell’orso, la maschera  zoomorfa più diffusa nelle regioni italiane e variamente presente  nei carnevali alpini, è legata al periodo della Candelora  ed il  risveglio dell’animale dal  lungo letargo invernale veniva anticamente interpretato come indice rivelatore e propiziatorio della  rinascita  primaverile della natura.

Per informazioni: Comune di Mompantero (TO), Piazza Giulio Bolaffi 1, Sindaco Piera Favro, 0122 622323, info@comune.mompantero.to.it