IL CALENDARIO DEI RITI E DELLE FESTE

E’ possibile iscriversi alla Rete individualmente, per partecipare ad iniziative specifiche, o iscriversi come ente pubblico, mettendo in Rete un patrimonio culturale del proprio territorio.

Gli enti pubblici che decidono di iscriversi con un semplice patrocinio potranno co-progettare attività di valorizzazione condivisa dei patrimoni, partecipare alle attività di formazione annuali dedicate agli iscritti e proporre progetti performativi che saranno inseriti in alcuni progetti di rilevanza nazionale ed internazionale, partecipare alle iniziative organizzate dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, diventando un attivo operatore per la tutela, valorizzazione, innovazione e ricerca delle tradizioni popolari.

I Patrimoni messi in rete vengono organizzati e comunicati grazie ad calendario rituale annuale contemporaneo, un sistema per suddividere, calcolare e dare un nome ai vari periodi di tempo dell’anno che tiene conto della complessità sociale, inserendo nella sua suddivisione temporale anche il tempo della festa e del lavoro. E’ un tempo scandito dallo scorrere delle stagioni, ciclico, quantitativo, etnico che descrive un tessuto rituale in costante rinnovamento.

La suddivisione è stata organizzata consultando il Comitato Scientifico e permette, oltre allo sviluppo di un sistema comunicativo efficace e pianificato, la possibilità di creare interconnessioni e successive progettualità tra ritualità simili presenti in diversi territori, confrontare le festività, mettere in rete conoscenze ed energie, creando il primo sistema organizzativo, progettuale e promozionale connesso alle ritualità italiane.

 

Metti QUI in Rete un Patrimonio Culturale del tuo territorio ed entra nel Calendario

 

La Befanata lirica di Faltognano

5 gennaio

 

REGIONE TOSCANA - CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

COMUNE DI VINCI

 La tradizione è antichissima. Nella Befanata “quattrocentesca” si mettevano sul palco di un teatrino due vasi, uno d’oro e l’altro d’argento. Il vaso d’oro conteneva le “venture o sorti”, quello d’argento i nomi degli invitati. Una fanciulla bendata, estraeva a sorte dal vaso d’argento il nome di una persona, con l’altra mano traeva dal vaso una “polizza”, in cui si fingeva essere scritta la ventura della persona di cui era tratto il nome. Le due polizze venivano passate ad un membro della “combriccola”che stava sul palco, il quale  doveva sapere improvvisare su questo nome due versi rimati insieme, o una terzina, o una quartina.

Nella tradizione  di Vinci  fino agli anni Sessanta , nella notte del 5 gennaio, nei bar, nei circoli oppure alle “cannella” (fontanella pubbliche)  dove la gente andava  a riempire bottiglie e  “secchi” per gli usi domestici, venivano trascritte su grandi fogli ed appese le Befane dell’anno , dove la “ befanata” veniva talvolta a rasentare la “zingarata” vera e propria, seppure con le forme della poesia popolare. Anche qui la tradizione orale riporta terzine e quartine famose dedicate ai vari personaggi del paese, che si sono  tramandate oralmente. Le feste riprendevano uno schema rituale presente soprattutto nelle campagne dove la Befana girava di podere in podere con testi spesso identici, chiedendo per compensa cibo e vino.

Vinci è stata terra di poeti dell’ottava rima, dove si ricorda il Guercio di Vinci, ovvero Natale Masi, maestro di un altrettanto illustre allievo, Roberto Benigni.  Nell’attuale versione resiste il teatrino con i “poeti improvvisatori” con  le polizze ovvero le sorti e le venture dei personaggi, dove i nomi degli abitanti del paese sono spesso sostituiti con quelli dei “personaggi pubblici” e degli “eventi” dell’anno appena trascorso, scelti e indicati dagli ospiti della serata. Nel caso della befanata lirica del Montalbano, la tradizione è diventata anche tradimento nella misura in cui il gioco di società, da quello dell’accademia fino al canto di osteria, si è adeguato ai tempi moderni pur mantenendo la struttura tradizionale.

Informazioni ed approfondimenti: Comune di Vinci (FI) -  piazza Leonardo 29   - tel. 0571 933223 www.comune.vinci.fi.it  

Referente:  assessore Paolo Santini  -  paolo.santini@comune.vinci.fi.it 

Giochi e giocattoli della tradizione popolare di Iter - Centro per la Cultura Ludica

REGIONE PIEMONTE - PROVINCIA DI TORINO

CITTA' DI TORINO

La collezione raccoglie e presenta più di 2000 giocattoli e modi di giocare della tradizione italiana e del mondo, presentati in un percorso espositivo che si espande in settori di approfondimento specifici. La costante che accomuna la collezione e il lavoro degli opertaori è l'impegno nella reinvenzione, per rendere i giochi attuali oggi come ieri.

Approfondimenti sulla collezione e le attività del Centro: clicca qui

Nell'ambito del Protocollo di Intesa tra la Città di Torino - Iter e la Rete Italiana di Cultura Popolare

Museo Interattivo del Giocattolo Povero

REGIONE BASILICATA - PROVINCIA DI POTENZA

COMUNE DI ALBANO DI LUCANIA

Il Museo Interattivo del Giocattolo Povero e del Gioco di strada, detto anche Museo del Giocattolo Povero e del Gioco di strada è stato creato dalla  collaborazione tra il  locale Istituto Scolastico ed il Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Didattiche dell’Università di Bari. L’allestimento è stato curato da Donato Allegretti, insegnante in pensione originario di Albano di Lucania, 
Il progetto museale ha come obiettivi la ricerca, la documentazione e la valorizzazione del patrimonio ludico tradizionale, soprattutto attraverso il recupero e la conservazione dei giocattoli popolari e tradizionali, dei giocattoli poveri e dei giochi di strada, destinati altrimenti a scomparire. La raccolta è costituita, principalmente,da una collezione d’arte contemporanea sul tema del gioco, con oltre 250 opere di varie tendenze tra dipinti, sculture, grafiche, collages e tecniche miste.

Informazioni e approfondimenti: Rocco Adamo - Tel. 0971984006 – fax 0971984182 amministrazione@comune.albanodilucania.pz.it. Referente Museo A.R.C.A. Giò: prof.  Donato Allegretti - 099 334232 - 347 5327799 donatoallegretti@virgilio.itwww.museogiocattolopovero.it

Con il patrocinio del Comune di Albano di Lucania (PZ)

La piccola pesca tradizionale professionale

REGIONE LIGURIA -  PROVINCIA DI SAVONA

COMUNE DI NOLI

La pesca tradizionale di Noli è stata per secoli il principale motore economico nolese tanto che già negli statuti comunali veniva regolata l'attribuzione annuale delle zone di pesca. Nel XIX secolo in particolare la pesca divenne il motore dell'economia cittadina su cui fiorì anche il lavoro femminile attraverso la vendita diretta del pesce portato fino in Piemonte. Oggi l'attività è garantita dalla cooperativa esistente ma vi sono problemi sia nell'uso della rete a sciabica con pesca da terra per cui occorre ottenere la deroga comunitaria che sulla pesca del cicciarello,che è momentaneamente soggetto a verifica comunitaria sui quantitativi pescabili.

 La piccola pesca tradizionale nolese è parte integrante del progetto del Museo Civico Diffuso di Noli a cura del il Comune di Noli. 

 Con il Patrocinio del Comune di Noli (SV)

La Nina

24 dicembre

 

REGIONE VENETO - PROVINCIA DI VICENZA

COMUNE DI THIENE

La Nina è un'antica tradizione della città di Thiene. Il termine indica il canto  eseguito in occasione della novena natalizia (detto anche la Canta nel senso di una cantata collettiva) . È un'espressione popolare autentica, le cui origini risalgono  al XIV° secolo.  La sera della vigilia di Natale tutti i gruppi delle diverse contrade cittadine  si ritrovano nella piazza principale, con l’evento finale della “Nina gigante”. Anticamente la si cantava per nove sere consecutive.

Informazioni e approfondimenti: Comune di Thiene, piazza A. Ferrarin 1  – Referente  dr.ssa Maria Rosa Cappozzo,  Ufficio Relazioni con il Pubblico - Servizio di staff del Sindaco - 0445 804921 - cappozzo.m@comune.thiene.vi.it,  info@comune.thiene.vi.it

Il museo etnografico “La ghindana”

REGIONE PIEMONTE -  PROVINCIA DI TORINO

COMUNE DI CONDOVE

Il museo etnografico “La ghindana”, che trae il suo nome dal vicolo traverso in cui è posto, di frazione Mocchie offre un patrimonio rappresentativo della società  montana residente  nel Vallone del Gravio, posto in  un’ importante area tra Italia e Francia. La raccolta di attrezzature  d’epoca  è specializzata sull’attività lattiero-casearia e la cultura d'alpeggio e considera inoltre l’attività estrattivo-mineraria prsente  sin dal XIV° secolo e la tessitura della canapa, ma non mancano gli oggetti della vita quotidiana e casalinga.

Per informazioni: Comune di Condove,  sindaco Emanuela Sarti  011 9643102 sindaco@comune.condove.to.it

La Focarazza

24 novembre

 

REGIONE TOSCANA - PROVINCIA DI GROSSETO

COMUNE DI ROCCALBEGNA

La Focarazza ha luogo a Santa Caterina la sera del 24 novembre, alla vigilia del "compleanno" di Santa Caterina d'Alessandria. La mattina presto gli uomini si recano nel bosco a tagliare la pianta prescelta ed alla sera avviena la benedizione da parte del parroco di una normale catasta di fascine e legna in mezzo alla quale è conficcato un lungo palo di cerro, il cosiddetto "stollo". Al termine della cerimonia religiosa si appicca il fuoco alla catasta, quando il fuoco diminuisce d'intensità entrano in azione gli uomini di Santa Caterina, divisi in gruppi a seconda della contrada d’appartenenza. Ogni partecipante s' impegna, in una sorta di ancestrale rito purificatore, a sfidare il calore e il fumo per tentare di impadronirsi dello "stollo" e portarlo nel proprio rione. Infine  il tronco viene tagliato in tanti pezzi quanti sono stati i partecipanti ed  in seguito ogni pezzo verrà messo a bruciare nel caminetto di casa. Quando le fiamme lo avranno del tutto consumato si prenderanno le ceneri da dispedere nei campi e negli orti quale auspicio per una fertile stagione agricola.

Informazioni e approfondimenti: Comune di Roccalbegna, Assessore alla Cultura Alessandra Benocci, tel. 0564 989032,  comune.roccalbegna@postacert.toscana.it

Con il patrocinio del Comune di Roccalbegna (GR)

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