Progetto Europeo Specially Unknown

Rete Italiana di Cultura Popolare è co-applicante del progetto europeo “Specially Unknown”
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La Rete Italiana di Cultura Popolare è co-applicante del progetto europeo “Specially Unknown” cofinanziato nell’ambito del programma AMIF (Asylum, Migration, Integration Fund), il cui capofila è la Fondazione BMP di Amsterdam.


Il progetto S.U – iniziato nell’autunno 2017 e con la durata di 24 mesi - nasce dalla consapevolezza che oggi, in Europa, i rifugiati ed i migranti sono parte integrante delle nostre città. Essi contribuiscono alla vita sociale, culturale, economica delle città in cui vivono. Malgrado questo, le loro storie e la loro memoria culturale rimangono marginalizzate, non documentate e stentano a diventare parte del patrimonio culturale europeo.

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Le Istituzioni culturali giocano un ruolo importante nel documentare e raccontare la storia dei cittadini e dei popoli europei ma generalmente sono poco interessate a rappresentare anche le storie di chi è arrivato in Europa, con la conseguenza di non produrre senso di appartenenza e di coinvolgimento da parte loro.

Al contrario, il coinvolgimento di rifugiati di diversa provenienza, età e background non come spettatori ma come protagonisti della costruzione collettiva dell’eredità culturale delle città in cui vivono, produce senso di appartenenza ed inclusione a vantaggio dell’intera comunità locale. Questo anno e mezzo di progetto ha reso possibile, per la Rete Italiana di Cultura Popolare, la condivisione con i partner europei – Paesi Bassi, Francia, Belgio, Germania – di un processo di ripensamento delle pratiche culturali a livello locale in un momento particolarmente difficile non solo per l’idea di Europa e integrazione tra popoli europei, ma anche per i principi stessi di accoglienza e inclusione dei nuovi arrivati.

La scelta quindi di selezionare field-workers con back ground migrante – come previsto dal progetto – e lavorare con loro per intercettare, intervistare, raccontare le storie dei nuovi arrivati è stata particolarmente significativa. Lavorare insieme, imparare a rispettare tempi, modalità di lavoro, sensibilità culturali diverse è un patrimonio che qualsiasi organizzazione culturale dovrebbe avviare per accrescere la sua visione aperta, plurale e cosmopolita dell’azione quotidiana.

Le interviste a rifugiati – prevalentemente provenienti dal Corno d’Africa e dall’Africa Sub-sahariana – hanno restituito storie, saperi, punti di vista sul paese d’origine e sul paese di provenienza di grande rilevanza.

A breve saranno disponibili – sottotitolate in italiano ed inglese – sul portale del progetto le 40 interviste della Rete ma analogamente quelle fatte dai partner europei e restituiranno un quadro poliedrico di grande interesse.

Nel frattempo la Rete ha organizzato, di supporto e contorno al progetto Specially Unknown, una serie di incontri di approfondimento presso il Fondo Tullio De Mauro per coinvolgere pubblici diversi ed approfondire parole e approcci:

Igiaba Scego
Igiaba Scegoscrittrice
Di origine somala, ha affrontato il tema della presenza afro-discendente nella letteratura e nell’arte europea dal Rinascimento ad oggi, sfatando il mito delle “comunità immaginate” scevre da scambi e contaminazioni culturali.
Cinzia Sciuto
Cinzia Sciutofilosofa
Ha messo in discussione il termine “multiculturalismo” proponendo una visione più sfumata, meticcia e interculturale delle relazioni.

La Rete Italiana sta inoltre affrontando il tema della restituzione del grande materiale raccolto in questi

mesi attraverso delle azioni performative che, nella tarda primavera, coinvolgeranno cittadini, comunità, istituzioni culturali della Città di Torino.

A fine giugno, ad Amsterdam, ci sarà la conferenza finale del progetto nella quale confluiranno comunità coinvolte, Istituzioni nazionali e europee, ONG, operatori culturali.

E si farà il punto, importante, sullo stato dell’Europa e della sua identità meticcia e interculturale.