La Settimana Santa è il periodo durante il quale il Cristianesimo celebra gli eventi correlati agli ultimi giorni di Gesù, comprendenti in particolare la sua passione, morte e resurrezione, celebrate con manifestazioni rituali affidate frequentemente alle locali Confraternite.
Queste associazioni, che conobbero una prima massiccia diffusione durante il medioevo grazie anche all’azione degli ordini mendicanti e con funzione avversativa alla dottrina protestante, nacquero in forma laicale. Le loro attività erano caratterizzate dall'esercizio di opere spirituali , consentendo talvolta anche la partecipazione delle donne e dove le vocazioni caritative venivano contraddistinte dal colore degli abiti: Celestini, Verdi, Neri, Rossi, Bigi, Bianchi. Nel Seicento si consolidò la funzione sociale delle confraternite, che ad inizio Ottocento vennero in larga parte soppresse dagli editti napoleonici, reiniziando la loro attività solo dopo il 1820.
In alcuni casi , per una partecipazione più coinvolgente ai rituali , gli aderenti alle confraternite si affidano all’esempio dei numerosi movimenti mistici quali i battenti ed i disciplinati , nell’aggiungere alla preghiera ed alla beneficenza la mortificazione fisica, flagellandosi durante le pubbliche manifestazioni ad espiazione dei peccati commessi, in ricordo delle mortificazioni patite dal Cristo sofferente.
Nel caso dei Vattienti di Nocera Terinese (CZ) durante la processione del Sabato santo, ogni vattiente, vestito di nero, con una corona di spine di arbusti in testa protetta da un mannile (fazzoletto nero), è legato da una cordicella ad un compagno, l’acciomu (ecce homo), e visitando luoghi sacri si percuote cosce e polpacci con un cardo acuminato.
In altre circostanze è possibile riscontrare comportamenti di ritualità che richiamano la penitenza senza per questo ferirsi volutamente: è il caso dei riti delle Confraternite cilentane (SA) che osservano la Disciplina, accompagnando la gestualità simbolica del percuotersi le spalle in ginocchio con delle lamelle di metallo. I canti particolari, generalmente su testi latini, sono il Miserere, lo Stabat Mater, misti ad elementi di melodie locali e antiche, come i pianti della Madonna che a Cannicchio vengono eseguiti in in dialetto.
Anche a Ceriana (IM), le storiche Confraternite della città iniziano i loro riti dalla sera del Giovedì santo, al suono cupo dei corni di corteccia di castagno, a volte lunghi anche due metri , costruiti dagli anziani e che sostituiscono le campane, le quali verranno sciolte e suoneranno nuovamente la domenica di Pasqua, a celebrare la resurrezione di Cristo.
Peculiari risultano anche i canti della passione dove la polivocalità si evidenzia come fusione sociale e religiosa delle parti, nonché elemento di congiunzione tra la tradizione colta e orale: da quelli di Castelsardo (SS), basati sul “falsobordone”, una forma di polifonia a quattro voci arricchite di volta in volta da virtuosismi aggiunti dai cantori, a quelli delle confraternite umbre e alto-laziali, da Gubbio ai borghi dell’area viterbese (Blera, Latera, Villa San Giovanni).
In Toscana spesso le modalità del canto legato alle rappresentazioni della passione sono le stesse del “cantamaggio” e di altri canti di questua, poiché nella tradizione si mescolano temi religiosi e riti laici propiziatori della buona stagione e di gioia per la fine dell’inverno.
Nell’area ellenofona del Salento, fin da tempi remoti è diffusa “I Passiuna tu Christu”: un canto di questua eseguito in griko (greco salentino) dai cantori locali, i quali portano sulle spalle un ramo d’olivo ornato di nastri colorati simboleggianti i raggi del sole (Zagareddhe), oppure rossi del colore della Passione di Cristo, insieme a immagini di santi, dell’Addolorata, di Cristo morto, oltre ad arance e fiori.
In Sicilia, ad Aidone (EN) le processioni sono caratterizzate dall'esecuzione del canto delle Quarantore, lamentazioni per la morte di Gesù, di origine medievale, nelle quali ogni "ora" è scandita da una voce principale che inizia il brano in una scala ascendente e viene accompagnata delle seconde voci in scala discendente.