La spontaneità dei racconti Inuit riguarda tanto la Natura quanto il soprannaturale, la magia, il mistero. I racconti che parlano di animali sono i più delicati, quelli che riportano le storie di caccia sono i più crudi, quelli che invece di riferiscono alle leggende storiche sono i più ricchi di particolari, fatti e vicissitudini dei cacciatori alle prese con orsi, tempeste di neve o lontani “abitanti dell’interno”.
La religiosità rimane per gli Inuit un fatto personale, “non innalzano preghiere a nessun dio. Il Grande Corvo ha creato la Terra, lo sciamano conosce l’arte di entrare in comunicazione con gli spiriti, la Luna (Aningat) è considerata uno spirito maschile ed il Sole uno spirito femminile apportatore di bel tempo (Malina), tutti credono nella grande Dea del mare.
Nonostante le loro estreme condizioni di vita, gli Inuit non hanno mai conosciuto la guerra, e le loro leggende non risuonano di canti di battaglia ma solo di morti: morti di fame, morti di freddo, morti sparsi un po’ dovunque nella tundra o sulla banchisa. Avevano capito immediatamente che il nemico era la Natura, non gli uomini: la Natura da combattere, per sopravvivere, non certo da battere, perché troppo potente, e sempre da rispettare, perché genera la vita
Il Corvo bianco
Scritto da Biblioteca A. Arduino
Pubblicato in
SBAM
Posizione
Antartide
Informazioni aggiuntive
- Sottotitolo: miti e leggende degli eschimesi
- Autore secondario: a cura di Silvio Zavatti
- Luogo di pubblicazione: Genova ; Ivrea
- Editore: Herodote
- Data di pubblicazione: 1982
- Lingua/Dialetto: Italiano
- Consistenza: 214 p. ; 25 cm
- Note: Collocato in: DEP 398.2 COR
- Livello bibliografico: Monografia
- Tipo di documento: Volume
- Attualmente disponibile in: Biblioteca civica "A. Arduino" di Moncalieri