Con la fine del fascismo l’Italia è da ricostruire e va ripristinato il sentimento di identità nazionale. In questo processo un ruolo centrale è svolto dal cinema e dal giornalismo che, per circa un decennio, lavorano in sinergia per raccontare le storie dei reduci, delle vedove, dei contadini e della classe operaia.
Il testo si prefigge l'obbiettivo di raccontare l’Italia popolare di allora attraverso articoli giornalistici, inchieste e immagini di repertorio. Un'analisi della società che viene condotta attraverso le parole di grandi politici, scrittori e pensatori, da Gramsci, con tutta la linea dei grandi meridionalisti, a Carlo Levi.
Anche il mondo del documentario offre una straordinaria ricostruzione delle immagini e delle storie di allora. Registi come Gianfranco Mingozzi, Lino Del Fra (in allegato al libro le due opere Li mali mestieri e Fata Morgana), Cecilia Mangini, Vittorio De Seta, Ansano Giannarelli, sono chiamati a dimostrare il loro impegno civile e a testimoniare un momento tragico della storia italiana.