Il lavoro delle mondine nelle risaie padane ha sempre esercitato un fascino particolare sul nostro immaginario popolare, che ha trovato talvolta espressione nella letteratura e nel cinema – tutti ricordano, ad esempio, la Silvana Mangano di Riso amaro. Mai prima d’ora, però, si era tentato di ricostruire in modo sistematico una storia del canto di risaia, cui pure si deve tanta parte di quel fascino. Ci hanno pensato gli autori di questo corposo volume – nato dalle ricerche sul campo condotte da Emilio Jona e Sergio Liberovici negli anni sessanta-settanta – che accanto alle fonti, presentate su Cd-audio qui allegato, ci offre un quadro organico dei contesti, dei percorsi e degli esiti di quel patrimonio espressivo.
Scopriamo così che proprio le specifiche condizioni della monda danno forma a un corpus che ha caratteristiche del tutto diverse da altri repertori come quello del canto urbano e di fabbrica. La funzione del canto di monda è infatti quella di accompagnare, alleviare e ritmare il tempo del lavoro come pure i tempi della siesta e del pasto. È un repertorio assai composito, che va dal canto contadino al coro alpino, dalla canzonetta di consumo all’inno anarchico e socialista, e che via via alterna la licenziosità alla politica, l’evasione all’anticlericalismo, i ritmi militari alle ninne nanne. Un tesoro dell’oralità popolare che dopo anni di ricerche si offre per la prima volta a lettori e studiosi.
Senti le rane che cantano
Scritto da Rete Italiana di Cultura Popolare
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Testimoni della Cultura Popolare
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