FESTIVAL DELLE PROVINCE 2009
Festival Itinerante di Cultura Popolare
AUTUNNO
La Danza degli Spadonari
Giaglione, 4/10/09
Ci ha detto
“è un antico rito di propiziazione che la comunità del paese rinnova tutti gli anni, non è aperto agli esterni. È un onore essere accolti. Siamo non invasivi, non è folklore.”
Un mediatore, un uomo che appartiene alla comunità, che conserva e protegge le sue, le loro tradizioni, ci ha accolto e attraverso lui la comunità. Un mediatore, una persona che cerca il ponte tra il suo passato, la sua comunità, la sua vita di tutti i giorni e la nostra frenetica vita, le tecnologie attuali, il web. Non ha abbandonato la sua terra, sta trasformando, vorrebbe che anche gli altri abitanti avessero il diritto a non abbandonare la terra per la città a trasformare continuando a vivere in questa terra.
Calpestiamo in gruppo la terra protetta dal Rocciamelone( 3.200 mt), montagna, terra fertile ma aspra
Uomini e donne belle ma dalle fattezze dure, segnate.
Ci ha raccontato questo rito che si perde nelle tracce di tempi antichissimi. Di probabile origine celtica, ma quante trasformazioni sono avvenute nei tempi?? Le nuove credenze, fedi, lo hanno sussulto, rielaborato. Nelle spade degli Spadonari si legge ancora il simbolo dell’infinito?
Nei loro grembiuli la coppa? Simboli massonici, ma anche celtici? Quante domande mi assalgono
La comunità chiusa tra quelle rocce, lontana dalle grandi arterie, costretta alla vita dura della montagna, si è protetta. La terra, la grande amica, nemica, di queste genti è al centro del rito. Per secoli, e ancora oggi, la vita è dipesa da lei, benigna, maligna. Era padrona.
Gli Spadonari danzano, disegnano dei ritmi i cui significati si perdono. Ci dicono: le tappe della fertilizzazione della terra. La danza è dedicata a loro, le signore, le priore, lì rette in piedi. Sei donne a coppie, che simbolizzano il ciclo dell’evoluzione della vita, ma anche della terra ma, credo anche delle stagioni. Due vergini, due impregnate ( di mezza età ci dicono), due vecchie. La terra vergine, impregnata e fertile, la terra arida dell’inverno che però conserva. Immaginario mio o simboli reali?
E poi la settima priora , colei che porterà sulla sua testa in processione 25 chili di una stele, l’albero della vita, fiorito, coloratissimo. Oggi gli uomini trasportano la madonna, e in passato?- mi chiedo- Offerte alla madre terra?
Gli uomini, gli Spadonari, non sono scelti, si tramandano il ruolo di generazione in generazione, di famiglia in famiglia, da tempi antichi. Ruoli fissi, stabili, maschili, non in movimento. Le donne sono scelte, oggi dal parroco, ieri, dalle corporazioni. Nel medioevo uomini e donne di questo rito appartenevano a corporazioni. Le donne quindi sono in movimento, come quello del dar la vita.
Un intero anno ruota intorno alla preparazione di questo rito: la priora scelta sarà colei che offrirà il cibo a tutta la popolazione in questa festa sacra: un grande onore, un grande carico materiale, ed economico. Gli Spadonari hanno servito le priore anche nel cibo. Cibo, segno di abbondanza come quella che si chiede alla terra?? Donne che contano, potere sociale e di collante? Ruoli sempre esistenti, lì almeno sono dichiarati.
Non invasivi, silenziosi, abbiamo accompagnato il rito. Ero emozionata, anch’io. Io che credo in tutto e in niente, ho partecipato anche alla funzione religiosa, e in cuor mio, ho chiesto anch’io abbondanza a questa vita.
Simboli lontani i loro! Simboli che inconsciamente ricerchiamo, riproponiamo tutti i giorni. Ma oggi li seppelliamo ad altri livelli.
Una grande occasione di incontro con mondi che abbiamo interiorizzato, ma di cui non siamo più consapevoli. Una occasione offertaci dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, che ci ha accompagnato in questa esperienza senza troppe parole, con mano: esperire, condividere erano le indicazioni.
Il gruppo dei volontari: generazioni diverse, etnie diverse, un momento di incontro, di condivisione senza troppe parole, senza formalità. Cosa ci ha mosso? sul prato in cerchio alcuni di noi hanno detto perché erano lì, da dove partivano. Qualcuno avrebbe voluto più tempo per comunicare le proprie esperienze, re-incontrarsi, approfondire. Quali i fili tra la collettività di Giaglione e noi, cittadini- mi chiedo. Come al solito troppe domande. Ho vissuto una giornata rilassante, molto piacevole, in cui mi sono incontrata con le persone, vivendo il momento, ma ho avuto grandi emozioni. Ho incontrato le amiche romene in un contesto non formale, vorrei conoscere le loro tradizioni.
Spero di rincontrarvi domenica, amici, amiche. Vorrei conoscere le vostre sensazioni, riflessioni, scriviamoci. Mi piace lasciar tracce.
7 Ottobre 2009, Anna Belpiede