Pupi ri Surfaru - ...la cosiddetta musica povera, che nasce dai sobborghi di una societa’ siciliana nella quale la classe sociale piu’ bassa dava vita a canti che molto spesso trattavano temi di lavoro duro, sfruttamento, disuguaglianza sociale... e che poi diventarono canti di riscatto sociale e di rivolta... |
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Dalla Poesia a braccio al rap: due generazioni di artisti improvvisatori a confronto Intervengono: Poeti a Braccio Reatini Giampiero Giamogante e Marco Calabrese Calabrese e Francesco Carlo "Kento" Dopo l’incontro fra le due forme d’improvvisazione avvenuto durante le Cattedre Ambulanti della Cultura Popolare, la poesia a braccio ed il rap tornano ad incontrarsi. Kento, il rapper calabrese, premio "Cultura Contro le Mafie 2014", , incontra la tradizione del Canto a Braccio in ottava rima, presente soprattutto nel centro Italia, dai molti nomi - poesia improvvisata, canto a braccio, canto in "bernesco", ottava improvvisata – che descrive una poesia che viene creata inventando i contenuti nel momento stesso in cui si canta utilizzando lo schema metrico classico, l’endecasillabo già usato da Ariosto, Dante. |
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Shalabà - La voce di Natalie Lithwick incontra le percussioni di Franco Nuzzo, ed il risultato è esplosivo, onirico, profondo. Un paesaggio ricco di suoni arcaici insieme a suoni insoliti, pronti a giocare e sperimentare nuove possibilità per composizioni originali nate dalla collaborazione fra due sponde del mediterraneo: Salento e Israele. Melodie portate dal mare, dove l’ascoltatore è invitato ad “aprire le orecchie” dell’immaginazione ed a vivere la ricchezza dei primi strumenti sonori dell’umanità: la voce e la percussione. Il duo è un ensemble molto fluido dove la voce diventa uno strumento non necessariamente vincolato alle parole per un canto che esprima tutto il suo potenziale emotivo e la percussione si muove fra tradizione ed innovazione per dare vita a diversi orizzonti sonori. | |
Juve – Napoli 1-3. La presa di Torino Dal testo di Maurizio De Giovanni - Drammaturgia, Ideazione e Regia Antonio Damasco - Con Alberto e Antonio Damasco – Una produzione Teatro delle Forme Un racconto, per immagini intime e collettive, di quando una partita di calcio poteva rappresentare la rivincita di una intera classe sociale. Un luogo dove era consentito a due uomini, uno piccolo ed uno grande, incapaci di dirsi “ti voglio bene”, di abbracciarsi e ridere insieme: "Juve Napoli" è un viaggio vero e metaforico, la storia di un’Italia, non troppo passata, fatta di migrazioni, di lingue nascoste, mansarde affollate e nuove identità. Il 9 Novembre del 1986, il Napoli "saliva" a Torino ed affrontava per l’ennesima volta i ricchi, gli imbattuti, i bellissimi Tacconi, Manfredonia, Cabrini, Serena e Laudrup, schierando in campo Garella, De Napoli, Bagni, Bruscolotti, Sola e LUI…ed almeno per una volta, come in una favola al contrario, non vinsero quelli alti, con gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
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