tondo

manifesto-programmatico
DELLA CULTURA POPOLARE

Stati Generali della Cultura Popolare
Torino, 22 - 27 settembre 2011


1. Le culture si incontrano e ascoltano
La Cultura popolare è un osservatorio privilegiato ove si sperimentano e rafforzano i sentimenti di appartenenza alla comunità umana. Negli ultimi anni l'Unesco ha promulgato alcune convenzioni strategiche su temi e aspetti centrali della Cultura popolare ai quali ci si richiama nel presente Manifesto. In particolare la Convenzione di Salvaguardia per il Patrimonio Culturale Immateriale del 17 ottobre 2003 e la Convenzione sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali del 20 ottobre 2005. I Patrimoni immateriali e materiali sono espressione di ciascuna realtà particolare e la diversità delle espressioni culturali si concreta nel dialogo interculturale, le cui basi sono l'ascolto dell'altro da sé e il reciproco riconoscimento.

2. "Fare" Cultura popolare e mantenere la Memoria sono un'impresa collettiva
La responsabilità della conoscenza, salvaguardia e valorizzazione della Cultura popolare deve essere considerata un impegno personale e un dovere sociale e in quanto tale impegno collettivo pubblico e privato non delegabile per intero a pur importanti azioni artistiche e significativi beni materiali. Il "fare" cultura e mantenere la memoria si fondano infatti sulla pratica, sulla condivisione e sulla trasmissione dei saperi nel vivere quotidiano.

3. La buona pratica del passaggio dei saperi
Ogni generazione può essere e vogliamo che sia testimone e tutrice dei saperi dell'esperienza e della memoria, portando in dote alle generazioni future le conoscenze di pratiche e di storie personali e collettive che costituiscono il sistema vitale e riconosciuto di ogni singola comunità umana.

4. L'autonomia e la continuità dell'azione culturale
costituiscono la condizione indispensabile perché i Patrimoni Culturali, nelle loro forme materiali e immateriali, possano conservarsi nel tempo, al di là di ogni mutamento politico, economico e sociale, senza smarrire la propria centralità valoriale.

5. Cultura e Società
Il benessere di una società e dei singoli cittadini non si misura solo quantitativamente in termini di sviluppo economico ma anche qualitativamente in termini di condivisione e partecipazione a un orizzonte culturale comune. Per questo sentiamo il dovere di riconoscere alle politiche culturali una dignità e un'importanza non inferiore a quella delle politiche economiche o sanitarie. La loro attuazione esige un coordinamento in grado di coinvolgere le forze attive del territorio, richiede di attrarre nuove forme di reperimento delle risorse, sollecita all'utilizzo di tecnologie e di forme di comunicazione che aumentino la partecipazione attiva dei cittadini.

CI IMPEGNIAMO

  1. A rendere possibile la costituzione di un sistema di territori che condividendo i principi sopra riportati e dialogando costantemente tra di loro realizzino una coordinata Rete nazionale.
  2. A promuovere un equilibrio fra le politiche di tutela dei beni artistici, storici, architettonici e l'organizzazione e promozione della creatività.
  3. A promuovere politiche di sistema impegnandosi a farle confluire in Reti di sistema, assumendo come proprio il principio che una rete è un organismo policentrico fondato sull'accoglienza di altri soggetti e altre culture.
  4. A riconoscere la pari dignità della Cultura "immateriale" e della Cultura "materiale".
  5. A considerare i valori della cultura come indissolubili al di là di ogni mutamento politico, economico e sociale.
  6. A condurre i territori e le comunità verso un dialogo aperto, affinché s'instauri uno scambio continuo di esperienze che promuova e trasmetta i Patrimoni culturali come risorse per le nuove generazioni.
  7. A individuare possibili standard minimi di intervento nel campo della cultura ai quali tutte le istituzioni devono corrispondere.
  8. A considerare le politiche di sostegno alla Cultura popolare come impegno strategico delle amministrazioni pubbliche, indipendentemente dalle congiunturali possibilità di predisporre risorse finanziarie ad hoc.
  9. A sostenere economie di scala attraverso un percorso di coordinamento nazionale, ove le singole attività siano frutto di una programmazione condivisa.
  10. A realizzare Archivi della memoria partecipati, come imprese collettive che possano essere il fulcro di un patto di responsabilità culturale e di condivisione dei saperi tra istituzioni pubbliche e private, studiosi, associazioni, scuole e singoli cittadini.
  11. A favorire la diffusione dei principi contenuti nel "manifesto" promuovendone l'inserimento all'interno dei documenti programmatici di ogni territorio, affinché divengano incentivo alle politiche culturali nazionali e sovranazionali.

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