Il presente volume contiene l’ottava raccolta di poesie composte in dialetto romanesco da Mario dell’Arco (Roma, 1905 – 1996), pseudonimo utilizzato dall'architetto Mario Fagiolo per la sua attività da poeta.
Nel corso della sua lunga vita pubblicò una cinquantina di libretti di poesie e ideò alcune pubblicazioni come Il Belli, Il nuovo Belli e Il nuovo Cràcas. Come ricorda Roberto Damiani “alcuni critici sostengono che Mario dell'Arco ha nella storia letteraria del '900 un posto di diritto fra Saba e Ungaretti, altri scoprono nella sua produzione lontani echi del crepuscolare Corazzini, noi più spontaneamente con Sciascia amiamo convenire che Mario dell'Arco è il petalo più profumato e moderno del fiore della poesia romanesca".
Completano il volume la Postilla di Leonardo Sciascia, il Glossarietto finale e sette disegni di Arnoldo Ciarrocchi.