La prima domenica di febbraio, da tempi remoti, ad Urbiano, frazione di Mompantero, in provincia di Torino, si svolge “Fòra l’ours” (fuori l’orso). La tradizione vuole che un orso sia catturato dai cacciatori, legato e portato in catene sulla piazza del paese. Lungo il tragitto l’orso urla, si dimena, mentre i cacciatori gli offrono del vino in un grande imbuto. Sulla piazza ballerà con la ragazza più bella del paese e, come per incanto, diventerà mansueto. L’orso è ovviamente un uomo, la cui identità deve restare segreta, vestito con pelli di capra, cucite con filo di ferro. La simbologia dell’orso, la maschera zoomorfa più diffusa nelle regioni italiane e variamente presente nei carnevali alpini, è legata al periodo della Candelora ed il risveglio dell’animale dal lungo letargo invernale veniva anticamente interpretato come indice rivelatore e propiziatorio della rinascita primaverile della natura.
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