"Sono svaniti da un pezzo gli entusiasmi romantici per la poesia popolare, e nessuno più si attende da una raccolta di canti del popolo altro da quello che essa può dare: documenti di poesia, che si diversifica da quella, per così dire, d'autore solo per il mondo psicologico da cui muove; e documenti di cultura, che forse a qualcuno piacerà chiamare incultura, ma che, ingenua e irriflessa quanto si voglia, è pur sempre una visione del mondo, con le sue gerarchie morali, con la sua disposizione prospettica di valori pratici e ideali, col suo centro unitario che le dà coerenza e organicità". (Alberto Mario Cirese)