Nel presente articolo, estratto da "Ce fastu?" (XL, n. 1-6, a. 1964), Giuseppe Francescato analizza le opinioni formulate la Dante nel De Vulgari eloquentia (1303-1305) a proposito dei dialetti italiani.
Nel trattato sono classificati i dialetti italiani (“volgari municipali”) allo scopo di individuare quello dotato delle caratteristiche necessarie per imporsi come lingua letteraria. Dante non ritiene nessuno dei volgari italiani degno di tale scopo, nonostante riconosca che alcuni di essi, come il toscano, il siciliano e il bolognese, abbiano un'antica tradizione letteraria.