Testimone della Cultura Popolare nel 2005 ®
Nato nel 1965, la sua prima operazione fu quella di riproporre la questua delle uova, recuperando una tradizione quasi dimenticata. Da allora il Gruppo si è dedicato con impegno e rigore ad una ricerca sempre aperta sulle tradizioni del mondo contadino, con la raccolta di testimonianze, immagini, manufatti e centinaia di canti popolari, oltre ad un’attenzione particolare all’ecologia legata al paesaggio agrario, anch’esso testimone di una cultura materiale oggi purtroppo quasi dimenticata. I risultati più tangibili sono a Magliano Alfieri: una raccolta etnografica con relativa biblioteca, il Museo dei Gessi, la riproposta di diverse usanze performative, ma anche uno spettacolo musicale e didattico presentato in Italia ed all’estero.
Il Gruppo è stato premiato come Testimone della Cultura Popolare ® 2005 per la Provincia di Cuneo.
Scarpe bianche, alla spalla una borsetta “Mandarina Duck” in tinta chiara, rigorosamente anni Settanta. Entra in scena così, Antonio Adriano, quando al Teatro Politeama di Bra viene insignito, insieme al suo Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri, del Premio ai testimoni della cultura popolare, in occasione di “Cheese 2005”. Antonio, da quarant’anni è l’anima di un movimento di ribellione della campagna albese al tentativo spersonalizzante che vorrebbe omologarci tutti a modelli metropolitani che, alla fine, finiscono con il fare il verso a quelli d’oltreoceano. Da sempre coniuga, da precursore, i temi della difesa della cultura popolare con quelli dell’ambiente e del territorio. Il suo è un camuffamento che sta tra l’ambientazione storica della nascita del Gruppo e lo sberleffo irriguardoso verso mode che sono già sideralmente lontane e che pure hanno affascinato intere tribù, pronte ad abiurare la loro identità per fallaci e passeggere suggestioni.
"Da Santo Stefano si lamentano che non si respira più l’ambiente di Cesare Pavese – tuona dal palco citando un articolo appena comparso sul quotidiano “La Stampa”-. é perchè hanno distrutto il “genius loci”, lo spirito del luogo."
Certo, quello è annegato nel Moscato e nel trionfo del mercato, anzi del business che lo accompagna, viene da commentare. "Guardate il paesaggio, i capannoni industriali: come si fa a ritrovare Pavese, se il genius loci è nell’asfalto, nel cemento, nello svillettamento?" prosegue, e conclude citando Camus: "Combattere per la bellezza è combattere per la libertà".
Poi il Gruppo intona Cantè Magg e via con Cantè j’euv, la canzone filastrocca simbolo delle antiche miserie e poi della rinascita dell’orgoglio langarolo. A pranzo, mentre Uccio Aloisi si scatena in una sequenza di ottave in rima, subito accompagnate con spontaneità dal Coro Bajolese e del Gruppo di Magliano Alfieri, fisso l’appuntamento con Antonio: a Magliano Alfieri, al castello, la domenica pomeriggio.
Tratto da Valter Giuliano, "Canti, Pupi e Tarante, Incontri con i testimoni della cultura popolare", pubblicazione del progetto editoriale della Rete Italiana di Cultura Popolare.
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