IL GIOCO DELLA PALLETTA E LA MADONNA DEL SAMBUCO
La statua della Madonna viene rivestita con abiti più solenni e doni votivi mentre nella piazzetta limitrofa, l’Aia di sotto, si svolge un gioco caratteristico e unico della “palletta”, in uso da tempo immemore. È possibile che il gioco derivi dall’evoluzione del molto diffuso gioco della “liscia”, in uso fra i ragazzi in mancanza di un campo da gioco e probabilmente risalente a tempi antichi e da intravedere anche nel dipinto “I Giochi” di Bruegel il Vecchio del 1560. Il gioco si realizza in un quadrato di terreno di circa 150 centimetri di lato. Su di esso, in corrispondenza dei punti di incontro delle diagonali e delle perpendicolari vengono scavate nove buche dal diametro di circa dieci centimetri: quella centrale “lu tòmmele” (il tomolo)è più grande ed è di circa 15 centimetri di diametro. Tutte le buche hanno una profondità di circa cinque-sei centimetri. Il numero di giocatori è teoricamente illimitato, però poche volte supera le venti persone. La partecipazione comincia con la raccolta di soldi, la puntata, che ciascuno deve dare. I soldi raccolti vengono depositati nel tomolo. Se la palla lanciata in direzione delle buche non devia perché finita su un sassolino, se non è stata impressa troppa o poca forza ma va a finire e si ferma proprio nel tomolo, il giocatore si prende tutta la somma che ci sta dentro. Se la palla invece va a finire in una delle otto buche laterali, il giocatore prende una somma equivalente ad una puntata, cioè alla somma versata per poter giocare.
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- Monday, 18 April 2022