Il presente volume raccoglie numerosi saggi di Andrea Chiti-Batelli, per oltre vent’anni segretario delle delegazioni parlamentari italiane alle Assemblee Europee, sul tema della lingua e del potere.
Secondo l’autore la lingua non è uno strumento di comunicazione neutro, ma è portatrice di una cultura propria e perciò, posta in una posizione preminente (come accade oggi per l’inglese), diventa egemone e glottòfaga, capace cioè di distruggere le altre lingue e le altre culture. La sola alternativa a tale situazione è l’uso di una lingua inventata, l’Esperanto, non aggressiva o distruttiva come una lingua viva. Il solo mezzo realistico perché essa sia adottata è la fondazione di un potere politico continentale (gli Stati Uniti d’Europa) in grado di fare da contrappeso ai paesi anglofoni, di affermare la sua indipendenza culturale e di promuovere il pluralismo linguistico.
I saggi qui contenuti sviluppano questa idea centrale analizzando diversi aspetti e questioni collaterali, quali i rapporti tra problemi della comunicazione internazionale e quelli di una radio-televisione europea, dell’insegnamento delle lingue nelle scuole, ecc.