L’opera raccoglie saggi critici sulla poesia in patois valdostano e aspira a sottrarre la produzione poetica della Valle d’Aosta dall’alveo della poesia subalpina, per riconoscerle finalmente una sua autonomia, specificità e visibilità nel ricco panorama dialettale italiano.
Dopo un’ampia introduzione su tutta la produzione poetica in Valle d’Aosta, il volume offre una prima, organica interpretazione e sistemazione della poesia valdostana in francoprovenzale. L’autore analizza, infatti, l’opera poetica di Jean-Baptiste Cerlogne, di Eugenia Martinet e di Marco Gal, le loro personali poetiche, concezioni e forme della poesia nonché i diversi usi della lingua poetica e del patois.