L'origine della figura dello spadonaro e della sua danza non è nota e si presta a tante fantasie. Ne citiamo alcune come, gli avamposti dei soldati di Annibale durante i suoi spostamenti, gladiatori romani, i bravi, il martirio di San Vincenzo ecc.
Lo storico francese Aubin Louis Millin li ricolloca con le sacre rappresentazioni che si svolgevano nei paesi alpini come, pure a Giaglione e trova molti consensi tra gli studiosi attuali.
Gli spadonari li spadouneire sono formati da quattro uomini e danzano tre volte all'anno in occasione delle ricorrenze festive in paese: San Vincenzo (a Sein Viseun) il 22 gennaio, "l'ottava" cioè la domenica successiva e alla Madonna del Rosario (notra Dona dou Rousare) il 7 ottobre. Possono danzare in altre occasioni importanti ma sono rare.
L'abbigliamento si compone di un copricapo (lou tsapèl) ricoperto di fiori finti da cui partono lunghi nastri colorati (le livrèieus) che ricadono sulla schiena. Il cappello molto appariscente è annodato con un nastro sotto il mento.
Il corpetto senza maniche (Lou Courpeut) che indossano sulla camicia bianca è impreziosito con ricami, pizzi, lustrini, e chiuso con degli alamari, così pure il corto grembiule (lou foudaleut) di tessuto damascato, ornato con frange e perline che ogni spadonaro può ornare a proprio piacimento. Copletano la divisa, la cravatta rossa, i guanti bianchi, i pantaloni scuri con una banda verticale sul lato esterno (gialla nella versione invernale, rossa in quella estiva) le scarpe nere.
La loro danza è caratterizzata dai lunghi spadoni (li sabro) diritti con l'impugnatura grossa di legno decorata con borchie in metallo che facilitano la presa.
Il costume e il sabro sono personali, il più delle volte tramandato da padre in figlio. Non c'è limite di età e si resta in carica fino a quanto uno non decide di ritirarsi. Il responsabile degli spadonari è nominato seguendo un criterio di anzianità di servizio.
La danza presenta diverse coreografie eseguita sempre con la banda musicale di Giaglione; sono rarissime le volte con altre bande se non in casi di dimostrazioni. Molto è eseguito per le priore e si adottano usanze tradizionali sconosciute alla gente che viene da fuori del paese come Lou salut il saluto che è una sorta di preludio che si lega alle altre danze ed è eseguito in due occasioni, la prima volta che gli spadonari incontrano le nuove priore cioè a San Vincenzo e alla fine del loro mandato alla Madonna del Rosario.
Il primo movimento di danza sul sagrato della chiesa è sempre rivolto alle priore schierate.
Altre danze di accompagnamento sono:
La nourmal utilizzata per accompagnare le priore, i parenti e amici riuniti dalla casa della festeggiata alla chiesa, la basoulein, la Bussoleno, per accompagnare le autorità dal municipio verso la chiesa, la stoccata, la Stecâ che si alterna con le prime due, inoltre leivrî (aprire) al termine delle danze per farsi largo tra la folla e ricomporre il corteo che riaccompagna le priore, le autorità e i presenti alla casa della festeggiata. Durante le marce sono disposti in fila indiana e la spada è brandita con la mano destra. Le danze che sono eseguite sul sagrato della chiesa dopo la funzione della messa sono la Carâ una figura eseguita in quadrato, lou cor an din, lou cor an fora. Sono movimenti che precedono lo scambio delle spade fra di loro e il lancio delle spade in alto.
Fonte http://www.comune.giaglione.to.it/