Nel presente studio Pietro Civitareale analizza la poesia dialettale romagnola del secondo Novecento, riuscendo a confutare l’idea di quanti vorrebbero relegare il dialetto a semplice uso romantico di un folclore ormai scomparso nel tempo. L’autore, attraverso la lettura dei più rappresentativi poeti romagnoli contemporanei, riconosce nell’suo del dialetto la riaffermazione dei valori originari di un linguaggio che non può essere tradito e che rappresenta, quindi, il segno indelebile delle proprie radici.
Numerosi i capitoli che compongono il volume: Le ‘rve d’aria’ di Tolmino Baldassari, La vocazione satirica di Walter Galli, Il borbottio infinito di Raffaello Baldini, Longiano e i suoi poeti, Ancora una prova poetica di Sante Pedrelli, ecc. Completano il volume due saggi critici di Davide Argnani (Una testimonianza critica al di sopra delle parti) e Giuseppe Bellosi (I dialetti della poesia romagnola).