L’opera costituisce, dopo Li’ castelanis, la seconda raccolta poetica di Beno Fignon in lingua friulana. In essa l’autore affronta il tema della sue radici umane: Cellina, il fiume che attraversa la provincia di Pordenone, è infatti per Fignon “la sintesi di un vissuto molto intenso”.
Le poesie, precedute dalla Prefazione di Luciano Morandini, sono accompagnate dalla traduzione italiana a piè di pagina.