L'opera costituisce la quinta raccolta di Nevio Spadoni in dialetto romagnolo.
Come dice Paola Rossi Balella nella quarta di copertina, "E' cor int j oc prosegue il discorso poetico di Spadoni in una dimensione già intravista, a partire almeno da Par tot i virs; il buio pregnante [...] ha lasciato posto al filtrare di una luce al cui chiarore appaiono figure dai contorni sempre meno incerti: da sfondo, proiezione [...] si sono fatte persone, dati autonomi, esistenze oggettive e reali. E così il cuore si fa strada attraverso gli occhi, che vogliono guardare oltre, più avanti di questo oggi".
I componimenti, accompagnati dalla traduzione italiana a fronte, sono preceduti da un saggio introduttivo di Luciano Benini Sforza (Gli spessori del tempo).