Il Potere delle Parole
Il Potere delle Parole è la rassegna mensile del Fondo Tullio de Mauro che raccoglie l'eredità del professore riflettendo sul significato delle parole e sul loro uso, realizzato con il sostegno della Fondazione CRT. Gli ospiti di questi incontri sono invitati a prendersi cura di una parola che viene inserita nel Dizionario che cura le parole.
Stagione 2024/2025
Gli ospiti
BENESSERE con Norma De Piccoli
Il Dizionario che cura le paroleterzo volume
Si sono presi cura di queste parole, restituendo una definizione:
Carlo Olmo, Patrizia Di Luca, Tullia Todros, Natalia Cangi, Paolo Morando, Manuela Naldini, Domenico Quirico, Aboubakar Soumahoro, Chiara Gamberale, Angelo Bovero, Daniela Ciaffi, Enrica Morlicchio, Giuseppe Costa, Maria Chiara Giorgi, Franco Lorenzoni, Giuseppe Pisauro, Emmanuele Pavolini con l'introduzione di Chiara Saraceno.
Il Dizionario che cura le parolesecondo volume
Le parole presenti in questo volume sono state curate da:
Marco Aime, Nicola Brunialti, Mario Calderini, Valerio Calzolaio, Eva Cantarella, Sabino Cassese, Silvana Ferreri, Anna Elisabetta Galeotti, Chiara Giaccardi, Elena Granaglia, Vittorio Lingiardi, Tarcisio Mazzeo, Raffaella Milano, Gianni Oliva, Carlo Olmo, Federica Patti, Giovanni Quaglia, Giuseppe Salvaggiulo, Antonio Sgobba, Bruno Segre, Hamid Ziarati con l'introduzione di Chiara Saraceno.
Il Dizionario che cura le parolePrimo volume
Si sono presi cura di queste parole, restituendo una definizione:
Antonella Agnoli, Chiara Saraceno, Cinzia Sciuto, Edoardo Lugarini, Emergency, Francesco Cavalli Sforza, Francesco Remotti, Gian Enrico Rusconi, Gianrico Carofiglio, Guido Formigoni, Igiaba Scego, Marco Rossi-Doria, Nicola Crepax, Silvia Sordella,Tindaro Granata con l'introduzione di Chiara Saraceno.
Il dizionario e le scuole
Il Dizionario è stato pensato per essere uno strumento di studio e di approfondimento per le scuole superiori di primo e di secondo grado. Da “politica” a “odio”, da “verità” a “populismi”: oggi come interpretano queste parole gli studenti, come le usano, cosa si immaginano?
Le scuole che vorranno aderire alle attività didattiche del Fondo Tullio De Mauro potranno, con le loro classi, scegliere di prendesi cura di una parola tra quelle presenti nel "Dizionario che cura le parole" e realizzare un podcast radiofonico.
Voci dal dizionario..
Biblioteca, Antonella Agnoli
/bi·blio·tè·ca/ s. f. [dal lat. bibliotheca, gr. βιβλιο- ϑήκη, comp. di βιβλίον «libro» e ϑήκη «deposito»]
Questa è la biblioteca: un’invenzione che esisterà ancora quando le automobili saranno dimenticate da un pezzo, o rinchiuse in un museo, assieme alla mummia di Oetzi.
Contatti, Igiaba Scego
/con·tàt·ti/ pl. m. [dal lat. contactus -us, deriva da contingĕre «toccare»]
A Livorno in piazza Micheli troviamo un celebre gruppo scultoreo chiamato “I Quattro Mori”.
Coraggio, Tindaro Granata
/co·ràg·gio/ s.m. [dal provenz. coratge, fr. ant. corage, che è il lat. *coratĭcum, der. di cor «cuore»]
Il peggio è passato, coraggio! Coraggio, il peggio deve ancora venire!
Cura, Emergency
/cù·ra/ s.f. [lat. cūra probabilmente deriva dalla radice ku-/kav- osservare. Da confrontare con il sanscrito kavi saggio.]
Il diritto alle cure è un diritto umano fondamentale e inalienabile: va garantito gratuitamente a ciascun individuo, senza discriminazioni.
Educare, Marco Rossi-Doria
/e·du·cà·re/ v. tr. [dal lat educĕre - trarre fuori, allevare (e + ducĕre - trarre, condurre)].
Educare è una parola complicatissima, che non può, per sua natura, essere ridotta o chiusa.
Famiglia, Francesco Remotti
/fa·mì·glia/ s. f. [dal lat. famĭlia, che (come famŭ-lus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò prima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel significato oggi più comune.]
Tra gli scienziati sociali, gli antropologi anno sempre fatto valere il tema della pluralità delle forme di famiglia.
Multiculturalismo, Cinzia Sciuto
/mul·ti·cul·tu·ra·lì·ṣmo/ s. m. [der. di multiculturale. La parola cultura deriva dal lat. cultus, p. pass. di colĕre «coltivare»]
Multiculturalismo è una parola ingannevole, perché ha implicazioni molto più ampie di quelle a cui superficialmente si è indotti a pensare.
Odio, Chiara Saraceno.
/ò·dio/ s.m. [dal lat. odium, der. di odisse «odiare»]
Ha due significati principali, uno riferito alle persone e un secondo riferito a cose o atteggiamenti.
Plurilinguismo, Silvia Sordella e Edorado Lugarini
/plu·ri·lin·guì·ṣmo/ s.m. [der. di plurilingue]
L’Italia è un paese caratterizzato dal multilinguismo, ovvero dalla presenza sul suo territorio di diverse lingue.
Politica, Guido Formigoni
/po·lì·ti·ca/ s. f. [femm. sostantivato dell’agg. politico (sottint. arte); cfr. gr. πολιτική (τέχνη)]
È una parola impegnativa e ampia, dalle miriadi di risonanze. Esperienza capace di creare fortissima affezione, partecipazione violenta e passione purissima e, allo stesso tempo, di mostrare le bassezze peggiori dell’essere umano.
Populismo, Gian Enrico Rusconi
/po·pu·lì·ṣmo/ s. m. [dall’ingl. populism (der. di popu-list: v. populista), per traduz. del russo narodničestvo]
Populismo è una delle espressioni più ricorrenti nel linguaggio politico. Nata sotto un segno politico polemico fortemente divisivo, non ha perso la sua aggressività.
Razza, Francesco Cavalli Sforza
/ràz·za/ s. f. [deriva probabilmente dall’arabo haraz, attraverso il francese quattrocentesco haras, con il significato di “allevamento di cavalli”]
L’origine del termine “razza” è appropriata al suo significato: una razza è, per definizione, un gruppo di individui della stessa specie dotato di caratteristiche costanti e trasmissibili.
Riconnessioni, Nicola Crepax
/ri.con·nes·sió·ni/ pl. m. [ri + connettere - dal lat. connectĕre «congiungere, annodare», comp. di con- e nectĕre «intrecciare, legare»]
Riconnessioni: connettere ancora, la reiterazione dell’azione indicata da una parola bella e antica, antica quanto la lingua italiana.
Verità, Gianrico Carofiglio
/ve·ri·tà/ s. f. [lat. vērĭtas -atis, der. di verus «vero»]
Verità è un concetto difficile da afferrare come emerge quasi simbolicamente, anche da un piccolo gioco enigmistico dalle inattese implicazioni.
La terrazza delle parole
La terrazza delle parole è lo spazio esterno, ad accesso libero e gratuito negli orari della Biblioteca, presente al Fondo Tullio De Mauro dove si svolgono attività da maggio a fine settembre. Uno spazio che accoglie tavoli e sedie che di giorno vede ragazzi, studiosi e famiglie con bambini studiare, leggere e scrivere all’aria aperta, di notte si trasforma nelle antiche tradizioni piemontesi della Vija, o Veglia come viene chiamata in italiano. Un luogo di cinema, rassegne culturali e azioni performative.
Perché non esiste innovazione che non torni alla necessità del racconto, dal marketing alla terapia, dalla letteratura ai social network, come scrive uno dei più importanti “raccontatori” viventi, Marco Baliani: “Ogni volta che si racconta una storia, la memoria delle cose narrate si allaccia a sostanze invisibili che abitano in posti molto lontani nel tempo. Ogni volta che si racconta una storia, rivive un'antica esperienza e trova spazio dentro di noi. Torniamo nelle grotte delle origini, quando qualcuno cominciò a danzare una storia davanti al fuoco, dando così all'effimero esistere della specie umana il senso della durata in grado di sfidare il tempo del puro vivere animale. Col tempo ho capito che le storie sono proprio come la vita, non è mai come t'aspetti che sia. Anche le storie prendono scorciatoie imprevedibili, sfuggono, si slabbrano, proprio come la voce che le dice e che subito si perde nell'aria” (da Ogni volta che si racconta una storia, Marco Baliani Ed. Laterza).